È un po' il segno dei tempi.

Due mesi fa - probabilmente - la partita con la Sampdoria il Cagliari l'avrebbe persa, o addirittura strapersa. C'è qualcosa di diverso nell'aria, è evidente, a prescindere dal nuovo schieramento, dalle intuizioni di Lopez e dagli interpreti.

È cambiato l'approccio, l'atteggiamento, lo spirito.

Nella buona come nella cattiva sorte.

La rabbia e l'orgoglio hanno spazzato via l'autolesionismo e, soprattutto, quel senso di rassegnazione che, in avvio di stagione, ha condizionato i rossoblù quando si sono ritrovati costretti a rincorrere l'avversario.

CACCIA ALLE STREGHE - Potenza di un pareggio, il secondo consecutivo, conquistato in rimonta contro la sesta della classe e in una situazione di precarietà surreale.

Come se già non bastasse la squalifica di Barella: il forfait di Rafael è arrivato durante il riscaldamento, l'infortunio di Ceppitelli dopo soli tre minuti, quando poi anche Faragò e Dessena hanno alzato bandiera bianca alla Sardegna Arena è iniziata la caccia alle streghe.

Nell'intervallo, il Cagliari era sotto di due reti e aveva già esaurito i tre cambi.

Con Cragno al 70% (non poteva nemmeno calciare sui rinvii) e l'incognita Van der Wiel (oggetto misterioso e pizzicato dai tifosi al primo passaggio sbagliato, anche lui molto prezioso, però) sulla fascia destra.

Un destino segnato e ribaltato col cuore, un briciolo di fortuna (o il fondoschiena fatato di Farias) ma anche una prova di carattere su basi tattiche e organizzative solide e consolidate ormai, sulle due catene esterne e sulla mediana.

LE MOSSE DI LOPEZ - Brava la squadra a crederci, bravissimo l'allenatore a rivoltarla come un calzino per provare a ottenere il massimo negli ultimi trenta metri senza, però, snaturarla e perdere l'equilibrio in fase difensiva.

Della formazione iniziale, sei undicesimi (più di metà squadra quindi) sono cambiati in un modo o nell'altro.

Oltre all'ingresso di Pisacane, Van der Wiel e Farias al posto dei tre infortunati, infatti, Andreolli si è accentrato, Ionita si è spostato sul centrodestra lasciando così lo spazio a Joao Pedro, passato da seconda punta a mezzala.

Tutto un altro Cagliari, insomma, figurarsi rispetto alla gara di Bologna e a quelle precedenti.

Un motivo in più per sorridere, assaporare il pareggio con la stessa intensità di una vittoria e guardare avanti con ottimismo e coraggio.

I PROTAGONISTI - Tra l'altro, è servito per sbloccare (e quindi coinvolgere) due giocatori chiave in prospettiva come Van der Wiel e Farias e, allo stesso tempo, tirar fuori il miglior Ionita dell'era Lopez.

Il moldavo aveva già mostrato segnali di rinascita evidenti contro Inter e Bologna, l'altro ieri è tornato a essere il trascinatore, fondamentale, decisivo, e non solo per il cross chirurgico che ha consentito a Pavoletti di riprendere la Samp e firmare così la quarta rete in rossoblù.

E il bomber livornese è sempre più dentro il progetto.

Sue anche le altre due occasioni più ghiotte del Cagliari, in avvio di gara e nell'azione che ha preceduto il 2-2. Suo il lavoro più sporco (ma essenziale) là davanti, con o senza palla al piede.

Un vero e proprio operaio del gol, come ama definirsi lui. Gol pesanti.

CRAGNO PROVVIDENZIALE - Ma è stata soprattutto la serata di Cragno.

Non aveva (non ha!) recuperato completamente dall'infortunio, eppure non ha esitato a dare la disponibilità. Un'elongazione al retto femorale non gli consente di calciare, infatti sabato erano proibiti i retropassaggi al portiere e si spiega così quel rinvio maldestro all'inizio della partita (e magari anche il tentennamento sul primo gol di Quagliarella).

Si è rifatto quasi subito sbattendo la porta in faccia a Torreira e Ramirez.

Nella ripresa poi è stato provvidenziale con quattro parate (due su Caprari, due su Quagliarella) straordinarie.

Magari sabato a Roma ricederà i guanti a Rafael per poter proseguire il recupero senza ulteriori rischi. Intanto si è immolato per il Cagliari. Tutti per uno e uno per tutti.

Fabiano Gaggini

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