Quando c'è da pensare al calcio si trasformano. Lasciano a casa tacchi e fard, le ragazze calciatrici che tingono di rosa lo sport più popolare. Il pallone è la valvola di sfogo fuori dalle mura domestiche e nella Serie C del calcio a cinque l'Ogliastra è rappresentata da quattro squadre: Lotzorai, Perdasdefogu, Ulassai e Urzulei.

Tante atlete sono mamme e i figli i loro primi sostenitori. Mariti e fidanzati le seguono con interesse, dispensando consigli tattici.

LE SQUADRE - A Perdasdefogu le ragazze hanno iniziato a tirare calci al pallone tre anni fa. Quasi per scherzo. Nel 2016 si sono iscritte al campionato federale: sono arrivate ultime a zero punti con oltre 200 gol subiti.

"Sebbene sia stato un risultato negativo - dichiara il tecnico Giuliano Trisciani - quest'anno ci siamo ripresentati con l'obiettivo di migliorarci e continuare a divertirci".

Per sollevare il tasso qualitativo da Jerzu sono arrivate Marika Saba ed Eleonora Piroddi. "Malgrado i tanti gol subiti - aggiunge l'allenatore, che collabora con Alfredo Pappalardo, ex punta di diamante della squadra maschile del paese - abbiamo anche una goleador come Sonia Carta che ha realizzato 25 reti".

A Ulassai sognano in grande: le ragazze di Vito Loi sono le uniche a punteggio pieno nel girone B. "Non siamo l'alternativa al calcio maschile. Nel 2013 - ricorda Loi - la squadra è nata sullo spirito di amicizia fra le ragazze".

CROLLA IL TABÙ - Guai però a dire che il calcio non è uno sport per signorine. Nell'ultimo turno il tecnico del Perdasdefogu Trisciani ha ritirato la squadra dal campo lamentando un gioco "troppo maschio" delle avversarie. Quattro sue ragazze hanno subito traumi e una è persino finita al pronto soccorso con una caviglia malconcia: ne avrà per 20 giorni.

Il giudice sportivo ha squalificato Trisciani fino al 30 novembre per "comportamento antisportivo concretizzatosi con la rinuncia alla prosecuzione della gara senza motivi validamente espressi". E alla squadra ha inflitto la sconfitta 6-0 a tavolino. Anche il calcio femminile è ostaggio dei disagi logistici: "In paese - conclude - la palestra non è agibile e siamo costretti a giocare a Ulassai".

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