Un post su Instagram, un messaggio in bottiglia nel mare virtuale, dove è seguito da quasi un milione di follower.

Così Gregory Van der Wiel, fin qui più oggetto misterioso che olandese volante, ha dato l'annuncio della sua uscita dal tunnel: "Molto contento di essere di nuovo a disposizione e potermi allenare con i compagni".

E già questo pomeriggio, nell'amichevole di Macomer, VDW prenderà possesso della fascia destra del Cagliari, prove tecniche di trasmissione in vista della sfida del 15 ottobre con il Genoa.

FINE DI UN INCUBO - Una trattativa da intrigo internazionale, con Van der Wiel che sbarca a Elmas e viene subito sequestrato e tenuto nascosto in un albergo cittadino.

Una settimana di attesa, prima del via libera del Fenerbahçe, la firma con il Cagliari, acquisto a titolo definitivo, il 25 agosto, e la presentazione alla stampa.

"Non ho i 90 minuti nelle gambe, però col Crotone ci sarò".

Ma VDW non ha fatto i conti con l'infortunio alla caviglia rimediato in Turchia, dopo l'amichevole giocata a Istanbul proprio contro il Cagliari.

Un infortunio trascurato dal club turco, dove il giocatore viveva da separato in casa.

VOGLIA DI GIOCARE - VDW sparisce dai radar.

Il campionato inizia, lui resta a guardare e a curarsi. Cose turche per l'olandese dal passato

Grandi Firme, tra Ajax (dove è cresciuto con l'attuale coordinatore tecnico rossoblù Santoni) e Psg, con la maglia degli Orange indossata da titolare nella finale mondiale del 2010. Poi il buio.

"Voglio tornare a divertirmi", ha spiegato Van der Wiel nel giorno della presentazione. Glissando sul recente passato: "In Turchia non giocavo per motivi che col calcio non c'entrano nulla".

Una lunga rincorsa, fino a venerdì scorso.

Il primo allenamento in gruppo, le partitelle con i compagni e la voglia di dimostrare che Van der Wiel è ancora un giocatore e non solo un ricordo.

Dopo un mese di attesa in cui l'unico sorriso è arrivato dalla bella compagna Rose che, nei primi mesi del 2018, lo renderà per la prima volta papà.

La voglia di pallone è enorme, l'ultima stagione al Fenerbahce un ricordo da scacciare correndo su e giù sulla fascia destra, magari regalando qualche pallone d'oro alla testa di Pavoletti, che non aspetta altro.

Come lo aspetta il Cagliari, che sogna di ritrovare quel ragazzo che nel 2010 si era giocato il posto sul tetto del mondo.

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