Che stia davvero nascendo qualcosa di speciale? Come un blitz a San Siro o un risultato positivo contro il Napoli, come uno spareggio decisivo, come una finale. Molto più di una vittoria, insomma. Il 2-0 sulla Spal ottenuto domenica a Ferrara ha segnato il percorso del nuovo Cagliari di Rastelli, ha dato continuità e ulteriore forza al progetto alimentando l'autostima dei rossoblù, ha sprigionato un entusiasmo incontenibile attorno alla squadra risvegliando l'orgoglio e la passione persino dei tifosi più scettici. E ancora, ha aperto scenari in classifica impensabili solo un mese fa, quando anche un avversario di Serie B come il Palermo sembrava essere diventato un problema in Coppa Italia mentre Borriello (il capocannoniere dell'ultima stagione con 16 gol, in teoria il giocatore più rappresentativo) salutava l'Isola.

LA FORZA DEL GRUPPO - Un concentrato di emozioni, soddisfazioni, speranze. Il Cagliari già aveva fatto il pieno di consensi pur perdendo con Juventus e Milan, figurarsi alle luce di queste due vittorie, entrambe contro dirette concorrenti per la salvezza (Crotone e Spal appunto). Evidente il divario tecnico, ma anche quello organizzativo. I rossoblù hanno un'identità chiara e dopo due stagioni nelle quali l'obiettivo finale (la promozione prima, la salvezza poi) era l'unico vero punto di arrivo, c'è ora un gruppo che cresce coeso, compatto.

I MERITI DI RASTELLI - Anche la mano dell'allenatore è evidente, decisiva. Rastelli ha trovato la giusta alchimia tra muscoli, gambe, idee e piedi buoni. E l'equilibrio della squadra non reprime la genialità dei tre là davanti. Grazie anche allo spirito di sacrificio di tutti i giocatori, proprio tutti, in questa prima parte del campionato.

SUPER JOAO PEDRO - Non a caso, ogni reparto sta rendendo al meglio. Il centrocampo è quello cresciuto di più rispetto allo scorso campionato, per qualità e quantità, con l'inserimento di Cigarini, l'ulteriore crescita di Barella e il recupero di Ionita. E in questo contesto, è venuto fuori il miglior Joao Pedro, tre gol e un assist nelle prime cinque partite, compresa quella di Coppa.

TUTTI SUL PEZZO - In attacco, l'arrivo di Pavoletti ha sgravato in parte Sau dal lavoro massacrante in fase di non possesso. L'ex Napoli, pur non essendo ancora al top della condizione, è un sostegno continuo per la squadra, la fa salire quando è in difficoltà e l'aiuta a trovare sbocchi negli ultimi venti metri. Aspettando i suoi gol, come quelli di Farias che quando entra sembra voler spaccare il mondo ma si perde sul più bello. L'impatto del brasiliano, come quello di tutti i giocatori subentrati dalla panchina (l'altro ieri a Ferrara, ma anche alla Sardegna Arena con il Crotone e prima ancora contro Juventus e Milan) è comunque la conferma della complicità del gruppo.

BENTORNATO CEPPITELLI - Non c'è più spazio per i solisti, il Cagliari è un'orchestra. Tutti remano verso la stessa direzione, a prescindere dalle gerarchie, senza minare strategie e meccanismi. La grande prestazione di Ceppitelli ne è la prova provata. Con Pisacane poi il centrale umbro ha mostrato un buon feeling e chissà chi sceglierà Rastelli quando recupererà Andreolli. Intanto Padoin e Capuano segnano il territorio sulle corsie laterali. Magari non spingono come farebbero (e faranno) Van der Wiel e Miangue, ma garantiscono disciplina ed equilibrio. Grazie anche al loro lavoro, il Cagliari non ha subito gol negli ultimi 180 minuti (non succedeva dall'anno in B). E grazie naturalmente a Cragno. Nonostante un avvio di stagione già convincente, gli serviva una super parata per dare una spallata, la svolta. E quella allo scadere su Viviani lo porta allo step successivo, il più importante.

ORA IL SASSUOLO - Il Cagliari c'è, insomma. Da qualunque angolazione lo si osservi. È ottavo in classifica e avrà ora due gare (in cinque giorni) in casa, contro Sassuolo e Chievo. Un assist del destino. Sì, forse sta davvero nascendo qualcosa di speciale.

Fabiano Gaggini

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