Niente da fare per Leo Messi.

La Corte suprema spagnola gli ha confermato la condanna a 21 mesi di detenzione per frode fiscale.

La sentenza era stata emessa lo scorso luglio dal tribunale di Barcellona: stando ai giudici, il fuoriclasse argentino era colpevole di aver frodato il fisco per più di 4 milioni di euro, non dichiarandone oltre 10.

Il calciatore aveva fatto ricorso appellandosi all'ultimo grado di giudizio. Ma anche l'equivalente della nostra Cassazione ha ribadito la pena.

"Non so cosa firmavo, non sapevo nulla, pensavo solo al calcio, mi fidavo di mio padre e dei miei legali", si è difeso Messi nel dibattimento.

"Lui e il padre (Jorge Horacio, anche lui condannato ma a 15 mesi, ndr.) sono profani in materia tributaria - ha spiegato Mario Maza, rappresentante dell'Agenzia delle Entrate spagnola - ma sono capaci di capire cosa significa pagare le tasse. Lo capisce anche un bambino di dieci anni".

In ogni caso né Messi né il padre andranno in carcere, trattandosi di una pena - la prima - inferiore ai 24 mesi.

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