L'ultimo fu Patrick M'Boma, il gigante del Camerun che, nella disgraziata annata 1999-2000, quella della retrocessione in B, andò a segno sei volte in una Coppa Italia dove il Cagliari si fermò solo in semifinale, con l'Inter. E ancora, a vincere la classifica dei cannonieri della coppa nazionale con la maglia rossoblù, prima di lui sono stati l'immancabile Gigi Riva (ben tre volte), Francesco Rizzo ed Renzo Cappellaro (entrambi in coabitazione proprio col Bomber, nel 1964-65, il primo anno in A del Cagliari). Ma a Marco Borriello sono bastati i 90 minuti della gara estiva con la Spal per segnare le quattro reti che gli regalano il titolo di cannoniere, a pari merito col genoano Goran Pandev e lo juventino Paulo Dybala.

MARCO RE DI COPPA - Reduce dagli allenamenti a Ibiza e fresco di sbarco in Sardegna e con pochi allenamenti sulle gambe, Borriello si era preso la scena nella gara di Ferragosto contro i ferraresi, che nessuno, quella sera, avrebbe pronosticato tra le promosse dalla cadetteria. Quattro reti e un assist, abbastanza per trascinare il Cagliari a un netto 5-1 e salire sulla vetta, dove nessuno, nel prosieguo della manifestazione, ha saputo insidiarlo. «Grazie al Cagliari e a tutti i miei compagni per avermi fatto prendere un'altra soddisfazione», il suo messaggio celebrativo su Instagram. Quattro gol che lo portano al sesto posto nella classifica dei marcatori di coppa ancora in attività, a quota 12 reti. Una bella spinta per questi ultimi 180 minuti di campionato, con la voglia di scrivere altre pagine della sua storia.

INSEGUENDO IL RECORD - Un ruolino di marcia incredibile nelle prime tredici partite del girone di ritorno (out contro la Lazio), con la bellezza di nove reti segnate, una ogni 135 minuti in campo. Abbastanza per toccare quota 16 gol, vincere la scommessa con l'amico Bobo Vieri (con una vacanza trasformata in tre defibrillatori) e lanciarsi all'inseguimento di quei 19 gol segnati nella vita precedente, nel 2007-2008, quando vestiva ancora il rossoblù, ma quello del Genoa.

LA FRENATA - A cinque giornate dalla fine, quel record era a portata di mano. Ma Borriello si è fermato. Dopo il filotto di quattro partite sempre a segno (Palermo, Torino, Chievo e Udinese), ecco un tris di gare in bianco, 270 minuti senza andare a segno, contro Pescara, Napoli ed Empoli. Digiuno inusuale per il bomber. E ancora più inusuale è stata l'imprecisione sotto porta contro i toscani. Il centravanti chirurgico, quello cui bastava una sola palla per trasformarla in oro, si è inceppato al momento del dunque, a tre reti dal traguardo. Una meta ancora raggiungibile, anche se tra Sassuolo e Milan dovrà ritrovare la confidenza con il gol per ringiovanire di nove anni.

SOGNANDO QUOTA 100 - Al Cagliari servono i suoi gol per dare l'assalto al decimo posto che ora dista solo tre punti. Tre, come i gol che mancano a quella quota che sarebbe la ciliegina sulla torta di una stagione comunque indimenticabile. Poi sarà estate e futuro. «Ho un altro anno di contratto, sono del Cagliari», ha ribadito nel dopo gara di Napoli. «Credo che resterò qui». Anche perché Borriello, che il 18 giugno compirà 35 anni, vive di obiettivi. E all'orizzonte c'è quello che lo porterebbe tra i centenari del gol in Serie A. Oggi è fermo a quota 95 e la meta è vicinissima. Un'altra tacca da segnare nella sua prestigiosa carriera, magari sognando di convincere ancora il ct azzurro Ventura. Perché non provare a centrare due record con una maglia rossoblù?

Alberto Masu

© Riproduzione riservata