Siccome alla vigilia Massimiliano Allegri ha sentenziato che la Juventus non può vincere sempre 3-0 e che sarebbe pericoloso vivere nel mondo delle facili illusioni, i suoi giocatori lo hanno preso alla lettera e hanno spento la Dinamo Zagabria quattro gol. La vittoria ha in parte riappacificato i campioni d'Italia con se stessi, con una prestazione all'altezza delle ambizioni e con la classifica della Champions League dopo il pareggio al debutto contro il Siviglia. Pjanic-Higuain-Dybala-Dani Alves sono stati i cecchini bianconeri, si sono riviste manovre interessanti, soprattutto quando il risultato si è schiodato dallo 0-0, c'è stata intraprendenza e attenzione. Sono risorti in due: Pjanic e Dybala, si è confermato Higuain.

RIPARTENZE - Altissima e compatta: la Juventus ha provato così, con un atteggiamento molto aggressivo, a prendere subito possesso del campo e, quindi, della partita. In fondo, era abbastanza prevedibile che succedesse dopo il j'accuse di Allegri alla vigilia e la necessità di cancellare qualche dubbio comparso qua e là nelle ultime settimane. Hernanes davanti alla difesa, nel ruolo classico di regista, è stata la soluzione al gioco confusionario e prevedibile di Palermo, con Evra sulla corsia sinistra e Dani Alves su quella destra. La Dinamo ha dimostrato di essere di una cifra tecnica imbarazzante, spesso è rimasta schiacciata dietro la linea della palla, avvitata solo su estemporanee ripartenze, senza il talentino Coric, escluso per motivi disciplinari, inguardabile e sciagurata in difesa.

STUPIDAGGINE - Ben presto la contesa è diventata un assalto a testa bassa della Juventus, senza spazi a disposizione e con un catenaccio vecchio stile dei croati. Una gara poco spettacolare, molto sincopata, temibile proprio perché quasi ingiocabile. Solo una stupidaggine poteva sbloccarla e, non a caso, dopo 24 minuti, Sigali ha clamorosamente ciccato l'intervento su un lancio di Bonucci, consentendo a Pjanic di segnare con un tocco semplice e morbido. Il bosniaco di sicuro si trova meglio da mezz'ala che da regista, ma il passaggio per Higuain in occasione del raddoppio bianconero (31') è stato delizioso, quasi alla Pirlo. Per la cronaca, un'altra ingenuità - stavolta di Benkovic, che per qualche minuto era stato spostato nel ruolo di difensore centrale - ha spalancato la porta alla Juventus. Pjanic che, toccato duro a una caviglia, non ce l'ha fatta a rientrare nel secondo tempo e ha lasciato il posto a Cuadrado.

ASTINENZA - La Dinamo ha colpito una traversa con Schildenfeld sull'1-0, l'unico sussulto in mezzo a tanta mediocrità. L'avversario giusto per rimettere in palla i bianconeri e consolidare il concetto di autostima. Prova ne sia che anche Dybala ha messo fine alla sua lunga astinenza: al 12', infatti, ha segnato un gol bellissimo, di sinistro, da trenta metri. L'ingresso di Pjaca al posto di Barzagli ha dato il via a un esperimento tattico interessante, il 4-2-3-1, cioè una Juventus a trazione anteriore. Del resto, il contesto e il risultato ampiamente acquisito lo consentivano: la quarta rete di Dani Alves - su punizione deviata - è stata la classica ciliegina. Il prossimo appuntamento è a Lione, il 18 ottobre, un'altra trasferta: forse già decisiva.
© Riproduzione riservata