Vladimir Putin ha accolto positivamente la decisione del Cio di non escludere la Russia dalle Olimpiadi di Rio, nonostante le gravi accuse di doping di Stato contenute nell'ultimo report della Wada.

A riferire lo stato d'animo del presidente russo è il suo portavoce Dmitri Peskov, che a Mosca ha anche assicurato che la Russia è pronta a collaborare con il Comitato olimpico internazionale, con la Wada e le altre organizzazioni "per risolvere le ripercussioni dello scandalo doping".

L'unico rammarico di Putin è legato alla decisione del Cio di non concedere l'accredito per i Giochi Olimpici, al via il 5 agosto, al ministro dello Sport Vitali Mutko, accusato dalla Wada di avere avuto un ruolo attivo nello scandalo doping.

Il portavoce di Putin ha infine confermato che il presidente russo non ha in programma di partecipare alla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici.

Intanto Alexander Zhukov, presidente del Comitato olimpico russo, ha confermato che la nuotatrice Yulia Efimova, bronzo a Londra 2012 nei 200 rana, non andrà a Rio a causa della passata squalifica per doping (16 mesi nel 2013) come stabilito dal Cio mentre è stata approvata l'istituzione della commissione antidoping voluta da Putin e che sarà guidata da Vitaly Smirnov, membro onorario del Cio.

Al contrario, l'Agenzia mondiale antidoping, Wada, ha espresso il suo disappunto per la decisione presa ieri a Losanna dall'Esecutivo del Comitato olimpico internazionale di non escludere la Federazione russa dalle prossime olimpiadi di Rio.

"La Wada è dispiaciuta per il fatto che il Cio non abbia tenuto conto delle raccomandazioni del Comitato Esecutivo che si basavano sui risultati scaturiti dall'indagine McLaren e che avrebbe garantito un approccio chiaro e forte", ha dichiarato il presidente Craig Reedie.

Dura anche la presa di posizione del direttore generale Wada, Olivier Niggli: "Mentre la Wada rispetta pienamente l'autonomia del Cio di prendere decisioni in base alla Carta olimpica, l'approccio adottato e i criteri stabiliti porteranno inevitabilmente di qui in avanti a una mancanza di armonizzazione e una minore protezione per gli atleti puliti”.
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