La cima dell'Alpe di Siusi vede stagliarsi un Steven Kruijswijk più forte e ci restituisce un Vincenzo Nibali più debole. La cronoscalata di 10,8 km (di cui ben 9 all'8,3%) scattata da Castelrotto e valida come 15/a tappa del Giro d'Italia sorride decisamente all'olandese, che viene preceduto di pochi centesimi dal sorprendente vincitore Alexander Foliforov (entrambi chiudono in 28'39") e guadagna sui rivali. Come da lui stesso ammesso al traguardo, al corridore Orange bastava restare in rosa: invece, rafforza la sua leadership. Un discreto tesoretto da difendere nelle salite dell'ultima e decisiva settimana: missione difficile, non impossibile.

"Ho dato tutto ma per pochissimo non ho vinto. Però ho guadagnato tempo sui rivali", ha commentato l'olandese. "Ho avuto un ottimo weekend, stamattina speravo di essere ancora in maglia rosa e adesso ho ancora più vantaggio in classifica generale".

Giornata positiva per Kruijswijk, si diceva, anche perché i big di classifica arrancano, a parte il rigenerato Alejandro Valverde che chiude a 23" e in classifica accusa ora 3'29" di distacco. Nonostante il brillante quinto tempo di Michele Scarponi (giunto a 36"), altro umore in casa Astana, dove si è assistito al calvario di Vincenzo Nibali.

Lo "Squalo" accusa la fatica nel tratto più duro e viene pure colpito dalla sfortuna: la catena lo tradisce, il cambio della bicicletta fa perdere altro tempo prezioso (un buon mezzo minuto) e alla fine il ritardo al traguardo è di 2'10".

In classifica generale, il siciliano è chiamato a colmare un gap di 2'51" dopo essere scivolato al terzo posto, scavalcato dal colombiano Esteban Chaves (Orica), vincitore della tappa di ieri, staccato di 2'12" dopo aver concluso la cronoscalata a 40". Per quello che riguarda gli altri pretendenti al successo finale, il russo Zakarin arriva con 47" di ritardo, il polacco Majka con 1?09", Pozzovivo a ben 2?12".

Oggi terzo ed ultimo giorno di riposo, domani si riparte con la 16/a tappa, la Bressanone-Andalo di 132 chilometri con traguardo in salita. La prima occasione, per Nibali, di "mordere" alla sua maniera e dimostrare di non essere fuori dai giochi per il trono di Torino.
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