La sentenza di primo grado per Daniele Meucci, Fabrizio Donato, Daniele Greco e Ruggero Pertile, accusati dalla Procura Antidoping della Nado Italia di aver eluso controlli antidoping tra il 2011 e il 2012, sarà resa nota venerdì 12 febbraio, al termine delle altre quattro udienze previste.

Lo ha reso noto il Tribunale nazionale antidoping agli atleti al termine delle udienze svolte oggi presso gli uffici dello stadio Olimpico di Roma. "Il rinvio a venerdì? La questione è complessa e delicata, quindi abbiamo deciso così", ha dichiarato Carlo Polidori, presidente della Prima Sezione del Tribunale che venerdì esaminerà anche le accuse mosse dalla Procura nei confronti di Andrew Howe, Silvia Salis, Anna Incerti e Andrea Lalli.

Lasciando lo stadio Olimpico, Meucci, Donato, Greco e Pertile non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Ha invece parlato il loro avvocato, Giulia Bongiorno: "Questo processo nasce zoppo, senza documentazione. Si parla di presunte omesse comunicazioni da parte degli atleti ma non c'è la prova fondamentale, perché tutta la documentazione inviata negli anni dagli atleti è stata distrutta, come prevede la legge. C'è una sorta di valanga di errori nella ricostruzione della Procura: il processo documentale si fa con i documenti, in questo caso i documenti sono stati distrutti".

Secondo l'avvocato, non potendo dimostrare la mancata comunicazione dei "whereabouts" (la reperibilità), "le accuse della Procura sono basate su alcuni solleciti fatti agli atleti, ma tali solleciti sono stati inviati (dalla Commissione controlli antidoping del Coni, ndr) in modo generalizzato, anche agli atleti che avevano già risposto indicando la reperibilità. Quindi non si capisce più nulla, è un caos", ha concluso.
© Riproduzione riservata