La nuova stagione di calcio a cinque in Sardegna è iniziata. Sono sempre di più le squadre che si avvicinano a questo sport e negli ultimi anni c’è stato un aumento di iscrizioni, soprattutto a livello giovanile. Tutti i campionati i regionali sono ormai partiti, dalla C1 ai campionati juniores e under16.

È il momento di fare il punto con il delegato regionale della Figc Alberto Carta.

Quali sono gli obiettivi della delegazione per questa stagione?

“Il primo obiettivo è cercare di mantenere i numeri e crescere, nonostante il momento di crisi. Il bilancio di questa stagione è positivo. Abbiamo confermato le squadre dei passati campionato regionali e stiamo crescendo anche con le giovanili. C’è stato un aumento del 30% rispetto alla passata stagione per quanto riguarda i giovani. Stiamo provando a crescere anche in altri territori e il prossimo anno cercheremo di portare un campionato giovanile anche in Gallura. L’unica nota negativa è che non siamo ancora riusciti ad organizzare un corso per allenatori di calcio a cinque. Ormai siamo dal 2012 senza farne uno e le richieste sono aumentate”.

C’è un programma per promuovere il calcio a cinque tra i ragazzi?

“Sì, da quest’anno riprendiamo il progetto “Ci facciamo in cinque” per portare il futsal nelle scuole e non solo. Stiamo cercando di lavorare anche con le società di calcio a undici per allargare l’offerta formativa tecnica e iniziare con la doppia attività. Bisogna cambiare la mentalità di famiglie e dirigenti di calcio a undici. Purtroppo i genitori oggi vogliono avere tutti dei nuovi Del Piero, ma non capiscono che statisticamente solo uno su diecimila arriva a giocare nella Serie A di calcio, mentre è meno complicato arrivare nei massimi campionati di calcio a cinque. Il futsal è importante per la crescita di un calciatore, anche Iniesta e Guardiola hanno iniziato a cinque. La grande tecnica e tattica di questo sport è un valore aggiunto non di disturbo. Inoltre il calcio a 5 può essere un’alternativa importante in paesi dove non si riesce a comporre numericamente rose di calcio”.

Certo, la chiusura dei palazzetti cagliaritani nell’ultimo anno non ha aiutato la crescita del movimento…

“È stata una mazzata. Le istituzioni hanno sottovalutato il problema, non si possono chiudere tutti i campi insieme. Ci hanno messo 16 mesi per consegnarci tre palestre che andavano ristrutturate, non costruite da zero. Ora hanno riaperto il palazzetto di via Monte Acuto e il Coni B, stiamo ancora aspettando per il Coni A. Purtroppo l’ultima stagione ha costretto molte squadre di Cagliari a giocare fuori, raddoppiando i costi di gestione. Spero che serva da lezione, Cagliari ha perso l’opportunità di organizzare eventi importanti come il torneo delle regioni, la final eight e i mondiali di calcio a cinque studenteschi, giocati tutti nell’hinterland”.

A marzo si svolgerà il torneo delle regioni: qual è l’obiettivo della Sardegna?

“L’obiettivo è senza dubbio fare bene. La Sardegna si è sempre ben distinta nelle passate edizioni, senza mai perdere in modo netto e pesante. In passato siamo riusciti con alcune squadre arrivare anche alle semifinali. Cercheremo di ripeterci e competere con regioni più attrezzate di noi. Abbiamo cambiato anche alcune guide tecniche: Mario Desole è da quest’anno l’allenatore della rappresentativa femminile, Mario Mura si occuperà della juniores. Abbiamo confermato Diego Podda per i Giovanissimi, mentre è tornato Tony Petruso che allenerà gli Allievi”.
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