Buon 25° compleanno, Fabio Aru! L'anno scorso si è regalato una vespa, quest'anno...?

«Non ci ho pensato. Magari qualcosa per la casa di Lugano».

Il Giro d'Italia è ormai alle spalle. Rimpianti?

«No assolutamente. Sicuramente se il fisico mi avesse assistito, se fossi stato bene sarebbe stato meglio. Ho avuto grossi problemi prima e durante e questo mi ha debilitato. Ma non è un rimpianto. È successo e ho cercato si superarlo. E il risultato va oltre le attese».

Ad aprile, quando è stato male per quel virus, ha temuto di non riuscire a presentarsi al via da San Lorenzo?

«Esatto. Per come stavo, ho davvero pensato di non essere al via. Per fortuna mancavano tre settimane e c'è stato il tempo di recuperare. Però in montagna ho dovuto accelerare i tempi: due volte le sette ore, tanto dietro moto, per recuperare dieci giorni in cui ero debilitato e senza forze.»

Dopo il Giro le serviva riposarsi e mangiare. C'è riuscito?

«Sì, adesso sono più tranquillo. Non sono riuscito a venire in Sardegna, ma a ottobre voglio scendere e ci sarà la prima pedalata del Cavaliere dei 4 Mori».

Oggi compie 25 anni: basta maglie bianche...

«In realtà non l'ho mai considerato il mio traguardo finale, però mi ha fatto molto piacere vincerla, anche perché con le vittorie di tappa, le classifiche a squadre e il doppio podio è andata a formare un bel bottino che dimostra che noi dell'Astana siamo uno squadrone. L'anno scorso mi dicevano che non avevo squadra: e adesso?»

L'intervista completa di Carlo Alberto Melis al campione di Villacidro nel quotidiano oggi in edicola.
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