Il giorno dopo il trionfo, Joseph Blatter se la gode.

E punta il dito contro Uefa e Stati Uniti.

Mai come oggi la distanza fra Zurigo e Nyon è stata così ampia e il 79enne dirigente svizzero, forte della conferma alla guida della Federazione sportiva più importante al mondo, mostra i muscoli.

Che la presa di posizione di Platini e soci al fianco del principe Alì non gli sia andata giù era chiaro e non ha usato giri di parole. "C'è nei miei confronti un odio che non viene soltanto da una persona, ma da un'organizzazione, l'Uefa, che non ha capito che nel 1998 sono diventato presidente.

Platini? Perdono tutto il mondo, ma non dimentico", la risposta di Blatter che, inoltre, si è detto "scioccato" per le accuse che arrivano dagli Stati Uniti, col responsabile degli agenti del fisco Usa, Richard Weber, che ha annunciato come presto "persone e società verranno coinvolte nelle indagini".

I toni si sono fatti leggermente più morbidi nella conferenza stampa al termine dell'Esecutivo Fifa.

"Sono stato colpito da attacchi personali e quando si tratta di persone, perdono ma non dimentico - ha ribadito - Detto questo, sono il presidente di tutti, anche di quelle persone che sono contro di me".

A un certo punto è anche spuntato un ramoscello d'ulivo, con la conferma della distribuzione dei posti per i Mondiali del 2018 e del 2022 (la Uefa, che temeva di perderne uno, resta a quota 13), con l'ennesimo appello all'unità: "La Uefa fa parte della Fifa, non c'è bisogno che resti fuori. Siamo due organizzazioni che hanno bisogno l'una dell'altra".
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