"Come tutti sapete, avevo due anni di contratto che finisce dopo la gara con la Lazio. Ringrazio il presidente, i tifosi e l'ambiente. Finisce il mio ciclo a Napoli. Voglio dire addio con una vittoria lasciando il Napoli al terzo posto valido per la Champions".

E' un Rafa Benitez molto serio e abbastanza teso quello che saluta il Napoli e i tifosi e si appresta ad andar via. Lo aspetta il Real Madrid, ma in conferenza stampa, per sua espressa richiesta, è vietato parlare del suo futuro. Un giornalista spagnolo cerca di aggirare il divieto e gli chiede della prospettiva di guidare le merengues. Benitez svicola: "Ho tanta esperienza, ma mi sento giovane. Anche la decisione sul mio futuro è legata alla famiglia. Vi chiedo di lasciarmi tranquillo, poi parleremo del futuro. Contento di lasciare Napoli non lo sono, una città bellissima dove il palazzo Reale è uguale a quello di Madrid. Ho famiglia a Liverpool, a Napoli e in altri luoghi. Al futuro penserò, ora sono concentrato sulla gara di domenica".

L'allenatore spiega i motivi del distacco. "E' sempre triste lasciare un posto dove la gente ti tratta molto bene, nel quale ti senti coinvolto con la città, con i tifosi. Però io sono lontano dalla mia famiglia da due anni e questo aspetto è stato quello che mi ha sempre fatto riflettere ed alla fine è stato decisivo. Ho parlato con mia moglie ho provato anche a convincerla, ma alla fine la famiglia è la cosa più importante. Lo abbiamo detto al presidente il quale ha capito che non era una decisione facile da prendere, ma lui doveva guardare avanti. A me non resta che fare tutto quanto è possibile per finire bene questa stagione, provare a vincere fino alla fine ed ottenere il terzo posto e la qualificazione al turno preliminare di Champions League. Era chiaro che il ciclo è finito e che De Laurentiis debba fare qualcosa per il suo futuro". Per Napoli e per il Napoli si è battuto fino alla fine.

"Ho fatto una guerra che ancora non capisco per i cori contro i napoletani. Per fare tutto questo ho pagato anche io, ma sono contento di averlo fatto". Se ne va con pochi rimpianti. "Il mio rimpianto è la gara con il Dnipro. Abbiamo fatto tanti gol, ma abbiamo vinto anche due trofei. La lotta per il terzo posto è ancora viva, sono adatto al calcio italiano. In Spagna mi definiscono difensivista ma fra Chelsea, Liverpool e Napoli ho sempre superato le cento reti. In Italia c'è chi dice che non sono adatto, ma con l'aiuto di altre persone ho vinto due titoli in due anni". Se tornasse indietro cambierebbe qualcosa, ma non molto.

"E' più facile vedere da fuori le cose, ma qualche errore lo abbiamo fatto. Non è facile mantenere l'intensità e la qualità di una squadra, ma un passo avanti lo abbiamo fatto, arrivando in fondo a tre competizioni. Il prossimo anno ci sarà crescita nel Napoli, sono certo". "La squadra - conclude - può raggiungere il terzo posto, nonostante i tanti errori che abbiamo commesso. Con la Lazio possiamo vincere, possiamo anche fare il record di gol. Qualche decisione ci ha penalizzato, avremmo potuto andare più avanti sia in Europa League che in campionato".
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