Anche l'unico dirigente presente a Cesena si fa da parte e il Cagliari aspetta di avere punti di riferimento.

Rimbombano le parole di Lugaresi, presidente del Cesena, che dopo la sconfitta e dopo la retrocessione si presenta in sala stampa:"Saremo protagonisti in serie B".

Un impegno formale, il minimo sindacale. Il segno della presenza, il capitano che non abbandona la nave.

In mezzo alla tempesta c'è chi prende il timone per non portare alla deriva i tifosi.

Il Cagliari del futuro è per ora un'idea personale del presidente Giulini.

Se ci fosse già una strategia e un programma, Marroccu lo avrebbe conosciuto. Fino al 30 giugno era lui il Direttore Sportivo con il quale condividere la ristrutturazione, il rilancio, il progetto.

Invece si fa da parte.

Esce alla vigilia dell'ultima partita, dando una traccia, come riferito all'Unione Sarda:"Ci vogliono facce nuove". In questo momento ci vogliono facce, perchè nessuno ce le mette. Le congetture di tifosi e giornalisti si basano su logiche collaudate, su sogni e prospettive.

Non hanno una direttiva fondata.

Cosa vuol fare il Cagliari? Vuole essere protagonista in serie B, vuole vincere il campionato o vuole prima di tutto pensare a tagliare spese, a risparmiare a fare cassa.

La base dalla quale ripartire ci sarebbe. Basterebbe prima di tutto confermare i giocatori più rappresentativi.

Acquistare il sì di Ekdal e Rossettini, quello di Brkic, darebbe una scossa, sarebbe un esempio.

Sarebbe anche il richiamo per giocatori che vogliono crescere, che vogliono vincere, che vogliono conquistare la serie A.

Sarebbe un motivo in più per non dire no al Cagliari come stanno facendo allenatori impossibili contattati probabilmente dai vertici societari e non dal DS in uscita.

Gli errori di questa stagione sono stati dettati dalla superficialità, forse dal grande entusiasmo. Per dimostrare di averli riconosciuti non si dovrebbero ripetere.

I segnali non dicono questo. Il calcio è un'industria totalmente differente dalle altre.

Le logiche non si sviluppano solo con i numeri ma hanno bisogno di competenze ed esperienze che sappiano fare sistema.

Che catturino il consenso non solo dei tifosi ma anche degli stessi addetti ai lavori che pongono come condizione l'essere protagonisti e non semplici dipendenti.

Vittorio Sanna
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