L’occasione è la "Partita del cuore" giocata a Siliqua, per raccogliere fondi per l’Associazione “Viva la Vita Sardegna”, che sostiene i malati di Sla.

In campo, con gli ex rossoblù, anche Gianluca Festa, che la maglia del Cagliari l’ha indossata da protagonista e che ora guida i rossoblù in questo sfortunato finale di campionato.

“Sapevo, quando sono arrivato, che era un’impresa titanica”, ha detto l’allenatore di Monserrato ai microfoni della trasmissione di Radiolina “Il Cagliari in diretta”.

Festa ha proseguito: “Ci abbiamo creduto e, a un certo punto, abbiamo avuto in mano la possibilità di tenere acceso

il lumicino della speranza fino all’ultimo”.

Il riferimento è soprattutto alla partita persa a Verona col Chievo: “Forse anche vincendole tutte non ci saremmo salvati. Però a Verona arrivavamo dalla vittoria di Firenze, c’erano grandi aspettative. Ma il Chievo è una squadra compatta, l’ha dimostrato anche nelle altre partite. Peccato essere rimasti in nove, magari un gol al 90° ci avrebbe reso più carichi. Ma è andata così, pensiamo a queste ultime due gare, dove giocherà chi ha avuto meno occasioni in campionato”.

Festa parla anche del futuro: “Potessi restare, chiaro che sarei felicissimo. Ma questa resta comunque una grande esperienza, allenare il Cagliari è un sogno. Ora penso a migliorarmi, per continuare questo mestiere, qui o altrove”.

Qualche giorno fa, il presidente Giulini ha chiesto, per la B, un Cagliari con tanta fame.

Ma questo Cagliari aveva fame? “In questo sport”, risponde Festa, “serve fame. E non so se questo Cagliari ne ha avuta abbastanza”.
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