Pareggiare sul campo della Juventus, la più forte squadra italiana ormai da quattro stagioni e semifinalista di Champions League, sarebbe un risultato di prestigio. Anzi, un piccolo miracolo sportivo.

Eppure, l’1-1 strappato dal Cagliari con la rete di Rossettini ha suscitato tra i tifosi rossoblù più commenti stizziti (per non dire furibondi) che elogi.

Il perché è presto detto: il Cagliari ha giocato a due all’ora, senza un minimo di grinta e adeguandosi dopo poche battute all’andamento lento della squadra di Allegri che ha schierato un solo titolare (Marchisio) e un altro (Pogba) che veniva da un lungo infortunio e che quindi aveva bisogno di mettere minuti nelle gambe.

Altrimenti anch’egli si sarebbe accomodato in panchina come Buffon, Chiellini, Morata, Tevez e via discorrendo.

Insomma, era la "Juve 3" e i tifosi pretendevano che il Cagliari l’avesse aggredita, che avesse cercato di metterla sotto e di batterla, per dare più consistenza al sogno salvezza.

È probabile, però, che se il Cagliari avesse manifestato un atteggiamento più aggressivo, avrebbe ricevuto analogo trattamento.

A ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, dice una legge della fisica.

Quindi, è aperto il dibattito: è stato giusto adeguarsi al ritmo blando bianconero e portare a casa un punticino oppure si sarebbe dovuto tentare il tutto per tutto rischiando anche di perdere?

Una cosa la partita dello Juventus Stadium ci ha insegnato: i tifosi sono anche disposti ad andare in Serie B.
© Riproduzione riservata