Zdenek Zeman si dimette. Il tecnico ha presentato le dimissioni irrevocabili al presidente del Cagliari, Tommaso Giulini. Poi la decisione della società rossoblù di affidare la guida tecnica a Gianluca Festa. Con lui, nello staff, David Suazo e Gustavo Aragolaza, il preparatore atletico Gianfranco Ibba e il preparatore dei portieri Giomaria Ruiu.

LE PAROLE DI ZEMAN - "Mi dispiace. Ho deluso tanti. Non è bastato fare il massimo. Non c'è niente dietro. La squadra è buona e si può salvare ma senza di me. Non riuscivo ad applicare quello che chiedevo dunque è giusto dare la possibilità ad altri di lavorare per fare meglio". Zeman saluta e ringrazia in una conferenza stampa ad Assemini motivando le dimissioni. "L'ultimo episodio del ritiro non c'entra nulla". La squadra non la seguiva più? "Non è così. Alcune volte ha fatto quello che chiedevo ma non riusciva più a farlo, non riusciva a mettere in pratica quello che è il mio calcio". Il tecnico boemo è stato anche in questura: "Ho detto agli investigatori quello che sapevo. Non posso ovviamente dirlo. Di questo si occuperanno giudici e procuratori". Zeman insiste: "Ho cercato di far giocare il mio calcio ma forse non ci riuscivano più". Non è la prima volta che l'allenatore si dimette: "L'ho già fatto due volte. Anche in quelle occasioni la squadra non riusciva a fare quello che chiedevo io".

"ERO L'UNICO A CREDERCI" - La rosa a disposizione l'ha scelta lei? "Sbagliato pensare che questa squadra è scarsa. Altrimenti non avrebbe messo in difficoltà formazioni forte, andando a vincere a Empoli e Milano, per esempio. In estate si fanno tanti nomi". Zeman ha preso questa decisione in solitudine: "E' una scelta personale. Mi sono reso conto di non essere utile. Ero l'unico a crederci. Anche i giornalisti ci davano per retrocessi da mesi". Un esonero e dimissioni: "La prima decisione è stata della società. La seconda mia. Mi dispiace per entrambe". Il rapporto tra giocatori e tifosi? "Nel calcio succedono queste cose. Il calcio è questo. Le famiglie non vanno più allo stadio e bisogna fare qualcosa. La maggior parte però non sono tifosi. I veri tifosi aiutano la squadra". Prima delle dimissioni ha comunicato la decisione alla squadra: "Ho salutato i calciatori. Tradimenti? Nessuno". Poi l'ultimo saluto: "Grazie di tutto. Arrivederci".

L'ADDIO - Lunedì notte, nel corso di alcuni colloqui con amici della penisola, Zeman avrebbe confidato di essere deluso dall'atteggiamento dei giocatori che, nelle ultime settimane avrebbero manifestato scarsa disponibilità a seguirlo sia negli allenamenti che in campo.

Zeman avrebbe detto: "Io ho dato tutto me stesso, ora è giusto che ognuno si prenda le sue responsabilità. Dimettendomi io faccio la mia parte, ora gli altri si assumano le proprie responsabilità".

Sulla scelta di Zeman pesano i risultati della sua seconda volta a Cagliari con un punto in cinque partite: quella con il Napoli è stata la quarta sconfitta di fila.

Ma probabilmente ha pesato molto anche quanto successo venerdì nel ritiro con il blitz degli ultrà. Zeman era stato subito categorico: aveva parlato di giocatori scioccati. E di un confronto "subito" dalla squadra.

Sfumature diverse invece nel resoconto del capitano Daniele Conti che domenica dopo la gara con il Napoli aveva parlato di colloquio "normale" con i tifosi, escludendo schiaffi o violenze. Un episodio sul quale continua a indagare la Digos. Zeman tra l'altro proprio domenica scorsa, per la prima volta, era stato contestato dalla curva.

LA PANCHINA - La squadra è stata affidata a Gianluca Festa, che sarà affiancato da David Suazo (l'ex attaccante è sprovvisto di "patentino" per la serie A). L'annuncio ufficiale dovrebbe arrivare nelle prossime ore.
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