"Doveva dirglielo in faccia. E invece non lo ha fatto. Mancini non ha avuto nemmeno il coraggio di licenziare mio padre guardandolo negli occhi". E' l'amaro sfogo di Regina Baresi, figlia di Beppe, dopo il benservito subito dal padre in seguito allo sbarco sulla panchina nerazzurra di Roberto Mancini, al posto di Walter Mazzarri. "Dopo oltre trent'anni di Inter meritava rispetto - attacca in una intervista a 'Chì - Mi sono messa nei suoi panni. Pensare che dalla mattina alla sera ti ritrovi senza lavoro. Mi viene da piangere". Baresi, per 37 anni bandiera dell'Inter, prima come giocatore, poi come allenatore e dirigente, è la prima vittima illustre del ritorno all'Inter di Mancini. "Mio padre - aggiunge la 23enne capitano dell'Inter femminile - ha saputo di essere fuori dall'Inter da una telefonata del direttore sportivo Ausilio, una telefonata arrivata di sera. Non conosco i motivi del licenziamento. Terminata la carriera di giocatore, ha ricoperto diversi incarichi. Prima di approdare in prima squadra, dove ha lavorato con Mourinho, Leonardo, Benitez, Ranieri Stramaccioni e Mazzarri, si occupava delle giovanili. Ci giocavano anche i figli di Mancini e pare che mio padre non li vedesse bene in campo. Chissà...". "Mio padre si è chiuso in casa in silenzio. Lo vedo che sta male. Ma è troppo attaccato alla società per parlare male. So che ha sentito i Moratti: con loro c'è sempre stata grande sintonia. Se incontrassi Mancini non lo saluterei - polemizza Regina Baresi - Lui ha mancato di rispetto a mio padre: doveva dirgli in faccia che non lo voleva più".
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