A un centimetro della gloria, inciso sulla pelle l'immagine di un pallone che centra la traversa.Il corpo è quello di Mauricio Pinilla: ''un messaggio più per i tifosi che per me stesso", spiega l'attaccante rossoblù, quasi a rispondere a distanza a Zeman che sornione aveva giudicato da masochista ricordarsi tutta la vita un errore così con un tatuaggio.

In attesa di capire se riscatterà la grande delusione degli ultimi mondiali con la maglia del Cagliari, Pinilla nel salotto di una TV cilena, non si stanca di ripetere quanto è stata dura mettersi alla spalle l'episodio che poteva cambiare la storia del Cile al mondiale, quando, contro il Brasile negli ottavi, proprio lui ha centrato la traversa un minuto prima dei rigori, poi fatali alla sua nazionale. "Ho 30 anni, la mia carriera è nella parte finale, non giocherò certo nel Real Madrid o nel Barcellona", dice Pinilla. Evidenziando che quel momento è stato comunque bellissimo e "i tifosi", conclude, "saranno orgogliosi che la mia pelle possa testimoniarlo".
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