Perché l'affare andasse in porto serviva però l'ok della Football League, chiamata a dichiarare Cellino persona "adatta e corretta". La decisione è però slittata fino a oggi e la condanna a 600mila euro di multa e confisca di "Nelie", l'imbarcazione che, secondo l'interpretazione dei giudici di Cagliari, Massimo Cellino ha importato senza pagare i dazi doganali, ha fatto la differenza. E' la stessa Football League a citare nella nota questa decisione di primo grado che ha condannato il presidente del Cagliari "che costituisce una condizione invalidante" per l'operazione Leeds. In altre parole, "Cellino è stato condannato per un reato che riguarda atti che potrebbero ragionevolmente essere considerati disonesti". Da qui il no al patron dei sardi, che ha però 14 giorni per fare ricorso. Entusiasta al momento dell'accordo con la GFH Capital ("in Italia guidavo una Fiat 500, ora ho la chance di condurre una Ferrari"), Cellino si era via via indispettito per l'atteggiamento della Football League, che prendeva tempo, al punto da raccontare al "Guardian" di sentirsi "umiliato. A questo punto mi chiedo perché sono stato trattato così male nonostante abbia pagato stipendi e debiti negli ultimi due mesi. Se non sono il benvenuto, me ne andrò in silenzio come sono arrivato - aveva dichiarato lo scorso 12 marzo - Sono troppo vecchio per combattere guerre che non sono mie".

Da ricordare anche il rapporto non troppo caloroso con una parte dei tifosi del Leeds che non ha mai fatto il tifo per Cellino e oggi sui social network festeggia la decisione della Football league. Una contestazione strisciante culminata con una protesta "colorata" con la sfilata di un gruppo di supporter del Leeds vestiti in abito giallo "da mafiosi" contro Cellino.
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