"Si tratta di un risultato importantissimo che segna un punto decisivo nella lotta ai furti d'opere archeologiche della Sardegna - commenta il parlamentare isolano - Ora occorre andare sino in fondo per far restituire il maltolto all'Isola. Questo dimostra che la mobilitazione dell'opinione pubblica, dei media, e delle azioni parlamentari è utile ad accendere i riflettori su queste vergogne". Da qui la richiesta al governo per un'azione concreta contro il traffico di reperti dalla Sardegna. I carabinieri del nucleo tutela e patrimonio culturale di Sassari hanno avviato un'indagine sulla vicenda della vendita all'asta da parte di Christie's della Dea Madre, la scultura nuragica realizzata prima del 2500 a. C., il cui valore stimato va dagli 800 mila al milione e 200 mila dollari.

LA SODDISFAZIONE DI BARRACCIU - "E' la migliore ricompensa per il pronto intervento da me attivato e per il lavoro congiunto che come Mibact, attraverso i nostri meritori carabinieri, stiamo portando avanti per fare chiarezza su tutta la vicenda e, mi auguro, per far tornare presto in Sardegna questa meravigliosa testimonianza della nostra cultura millenaria". Il sottosegretario dei Beni culturali, Francesca Barrucciu, commenta così la sospensione da parte di Christie's dell'asta per la vendita della statuina della Dea Madre. L'esponente del governo avverte che "trattandosi di una questione internazionale, la strada è ancora lunga e le indagini proseguiranno, come sempre, nel più stretto riserbo". Ma confida "che la perizia e la capacità investigativa dei nostri carabinieri per la tutela del patrimonio culturale saranno premiate. E' un lavoro, il loro, così come la nostra attività politica, che viene portato quotidianamente avanti senza inutili clamori o squilli di tromba e il cui merito non può essere scalfito da chi, al contrario, in queste ore, per il solo fatto di aver twittato la notizia vuol far credere di essere l'artefice del blocco dell'asta". La sospensione dell'asta, conclude Barracciu, "è un segnale importante che lanciamo a tutta la comunità internazionale: non siamo più il Paese che per noncuranza e sciatteria si lascia depredare impunemente dei suoi tesori e della sua identità".
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