La pellicola prende spunto da una storia vera, quella del francese Pierre Seel, sopravvissuto all'inferno dei lager, per svelare la follia nazista contro gli omosessuali. "Grazie a tutti gli amici che ci hanno creduto! E non finisce mica qui!", scrive il regista sul suo profilo Facebook. Un altro grande riconoscimento per Coda e che arriva da un terzo continente, dopo Europa e Stati Uniti.

Ad un anno e mezzo dalla sua prima proiezione si è aggiudicato già a Seattle il Gold Jury Prize Best Film e a Gothenburg il Film for peace Award. Esulta il regista sardo, al suo terzo lavoro di cinematografia sperimentale e autoprodotto: "Questo premio conferma il valore artistico e storico del film ma anche la sua internazionalità. Siamo fieri di questo risultato che ovviamente dedichiamo alla memoria di Pierre Seel". Per la giuria il premio è, in sintesi, "il riconoscimento al valore internazionale del linguaggio cinematografico utilizzato per raccontare il dramma di un uomo isolato dai preconcetti e dagli stereotipi contemporanei, racconto che il regista sardo sublima in una innovativa scelta estetica e stilistica".

"Sono felice - afferma il regista che martedì farà rientro in Sardegna - la bandiera dei 4 mori che ho voluto mettere in valigia mi ha portato fortuna. Ringrazio il cast, la produzione, l'assessore alla cultura regionale Claudia Firino e la film commission Sardegna che ha sostenuto la trasferta australiana. Così come sono grato al circolo dei sardi a Melbourne, sono venuti a fare il tifo per me". Per la sezione nazionale - miglior film australiano - il premio è andato a The Suicide Theory di Dru Brown.
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