Un capolavoro. Altro che essenziale. Marco Mengoni, incanta l'arena Sant'Elia con il suo spettacolo#pronto a correre. Due ore e mezzo di concerto. Un palco a misura d'uomo, anzi di Marco. Nove colonne ("sembrano nuraghi", dice e sorride Mengoni )a led che si illuminano e proiettano scritte creando l’atmosfera più adatta a ogni canzone. Una band solida che scorta il performer in ogni sua puntata di note e suoni.

Una squadra (Luca Colombo, prima chitarra e direttore musicale del tour, Gianluca Ballarin, tastiere e programmazione, Andrea Pollione, tastiere e organo, Peter Cornacchia, chitarra, Giovanni Pallotti, basso e Davide Sollazzi, batteria), dai meccanismi (suoni, intendiamo) perfetti. E allora lo spettacolo può cominciare: ore 22.11, entra il Re Matto.

Applausi e si parte per una esperienza musicale da mettere nel cassetto dei ricordi. Una setlist robusta fatta di ventitré brani. Lui, Mengoni, classe '88, non si ferma mai. Canta, balla, intrattiene il pubblico, suona la chitarra elettrica (il brano “I got the fear” è da brividi) e gioca con il pubblico. Ma, è questo è il bello dello spettacolo della musica firmata da Mengoni, non è mai uguale a se stesso. L'Arena applaude, condivide tutto di Mengoni. E lui rimanda l'uscita di scena per ben tre volte. "Grazie Cagliari", urla al cielo Marco. E Cagliari, ringrazia lui.

Nicola Pisu

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