Roman Polanski si prepara a girare il prossimo film, il primo dopo che il movimento #MeToo ha riportato in primo piano la sua vicenda giudiziaria, ed è già polemica.

Il titolo incriminato è "J'accuse", pellicola dedicata al caso Dreyfus e basata sul romanzo storico di Robert Harris, del quale Polanski aveva già portato al cinema, nel 2010, "The Ghost Writer".

Una vicenda che sembra in particolare avere troppi parallelismi con la recente storia personale di Polanski, accusato nel 1977 a Los Angeles di "relazione sessuale illecita con una minorenne" americana di 13 anni, Samantha Geimer. E che ha quindi scatenato molte proteste e attacchi, fra cui quello della celebre rivista Vanity Fair Usa che, in un articolo a lui dedicato, riporta testualmente: "RomanPolanski, l'uomo che si è dichiarato colpevole di violenza su una tredicenne, sta facendo un film sul tema 'un uomo accusato ingiustamente prova la sua innocenza decenni dopo'".

La storia vede Jean Dujardin (premio Oscar per “The Artist”) nella parte del luogotenente Georges Picquart, ed è relativa all'uomo che riuscì a dimostrare l'innocenza del capitano Alfred Dreyfus (interpretato da Louis Garrel), ebreo accusato ingiustamente di tradimento dall'esercito francese. Dreyfus venne degradato e condannato all'ergastolo nel 1894, per poi essere riabilitato grazie anche al celebre "J'accuse" di Émile Zola.

Polanski medita in realtà di girare questo film da molto tempo, e nel 2012 spiegava che la storia gli sembrava di una "pertinenza assoluta rispetto a quel che succede oggi nel mondo: questo spettacolo ancestrale di una caccia alle streghe condotta da una minoranza, la paranoia della sicurezza, i tribunali militari segreti, le agenzie di intelligence ormai fuori controllo, le manovre oscure dei governi e una stampa inferocita".

Le riprese sono previste a Parigi dal 26 novembre fino al 7 marzo prossimo, e l'uscita nelle sale francesi è programmata per il 4 dicembre 2019.

(Unioneonline/v.l.)
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