Natalie Portman contro le violenze in Israele: l'attrice e produttrice israelo-americana ha infatti comunicato che non andrà nel Paese a giugno a ritirare il 'Premio Genesis', il "Nobel ebraico" recentemente assegnatole.

Un rappresentante della Portman - citato dal Genesis - ha infatti chiarito che "recenti avvenimenti in Israele sono stati estremamente dolorosi per lei". E il chiaro riferimento è alla reazione decisa da Israele alla mobilitazione di Hamas al confine di Gaza, con varie decine di palestinesi uccisi dall'esercito israeliano mentre provavano a oltrepassare oppure soltanto ad avvicinarsi alla recinzione.

Duro il commento del ministro della Cultura Miri Regev, che ha sentenziato come l'attrice "abbia ceduto alle pressioni del BDS", movimento internazionale che chiede il boicottaggio e sanzioni contro Israele.

Il premio attraverso un comunicato sostiene, a proposito della già avvenuta cancellazione della cerimonia, che avrebbe dovuto tenersi a giugno, "di temere che la decisione di Portman causerà alla nostra iniziativa filantropica una politicizzazione per evitare la quale abbiamo lavorato duramente negli ultimi cinque anni".

L'anno scorso il Genesis era stato assegnato all'architetto e scultore inglese di origine indiana Anish Kapoor. Nel 2016 al violinista e direttore d'orchestra israeliano Yitzhak Perlman e nel 2015 all'attore americano Michael Douglas.

Natalie Portman, che è nata a Gerusalemme ed è stata in seguito naturalizzata cittadina americana, per la sua interpretazione nell'acclamato film "Il cigno nero" si è aggiudicata nel 2011 il suo secondo Golden Globe, uno Screen Actors Guild Award, un Premio BAFTA e il Premio Oscar nella sezione miglior attrice protagonista. Nel 2016 ha interpretato Jacqueline Kennedy nel film biografico "Jackie", per il quale ha ricevuto il plauso e la sua terza candidatura per il premio Oscar alla miglior attrice.

(Unioneonline/v.l.)
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