Il cuore di Cagliari ha una parte alta, il Castello con le sue torri e i suoi bastioni, e una parte bassa la Marina. Storicamente, la Marina è il quartiere dei pescatori e di chi vive dal mare. E tra la gente di quelle case e di quei sottani ("is bascius"), chi è che non conosce il capopesca Antonio Melis? Lo stimano tutti e i suoi pescatori per primi gli vogliono un bene dell'anima. Perché Antonio Melis è un uomo onesto e un padrone buono; più un padre, che un padrone. Anche ora che in mare non esce più e la sera se ne sta seduto lì sul bastione, a controllare dall'alto i suoi uomini e le sue barche. Ma un giorno passa un "vento" maledetto che lo travolge e in un niente se lo porta via: il volo di Antonio Melis dal bastione è stata una disgrazia, lo dicono tutti. E ci credono tutti. Tutti tranne il figlio che è ancora un ragazzo. Un figlio che in un colpo solo perde padre e certezze, e che da quel giorno vede cose che altri non vedono.

È questa, in estrema sintesi, la trama che accompagna "Nulla succede per caso. Una storia cagliaritana sul Bene e sul Male", spettacolo di e con Andrea Rosas e in scena il 23 marzo a Carbonia (teatro Centrale, alle 21) e il 24 marzo nel capoluogo (teatro Massimo, alle 18).

Un racconto liberamente tratto da "Il vento soffia, dai bastioni" di Sergio Atzeni, e che va in scena per la regia di Monica Porcedda. Le luci sono di Giampietro Guttuso, le foto di scena di Claudia Mereu, i costumi di Lucia Longu.

"Credo che la Sardegna vada raccontata tutta", scriveva Atzeni nel settembre del 1995 e poco prima che il mare dell'Isola di San Pietro se lo portasse via. "Finora la zona maggiormente descritta nelle opere letterarie è la Barbagia (…) Però io credo che sia importante raccontare anche Cagliari (…) Credo che le vite di tutti gli uomini meritino di essere in qualche modo ricordate, trasmesse. Questo è il compito che si devono assumere gli scrittori piccoli; gli scrittori grandi creano le grandi metafore, i capolavori; gli scrittori piccoli hanno il compito molto più modesto di raccontare, così come sono capaci, le persone che hanno conosciuto".

(Unioneonline/v.l.)
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