Il delitto di Sarah Scazzi diventa una fiction e sbarca in tv.

La tragica storia, che ha tenuto col fiato sospeso gli italiani per mesi, è uno dei fatti di sangue che ha avuto maggiore eco mediatica in Italia.

L'ingredienti c'erano tutti: un paesino piccolo del Sud Italia dove tutti si conoscono, una ragazzina di 15 anni che scompare nel nulla e diventa - per un po' - figlia di tutti gli italiani. E poi il contesto familiare, di invidie e gelosie, in cui è maturato l'omicidio; e Michele Misseri, lo zio di Sarah, l'uomo che porta gli inquirenti a ritrovare il corpo della 15enne, prima schivo poi autentico show man tanto da sembrare un consumato frequentatore dell'ambiente televisivo.

E ora la storia, che già nella narrazione giornalistica era diventata simile a un reality show, con decine di telecamere appostate giorno e notte davanti casa di Misseri, a pochi passi dal pozzo in cui giaceva il corpo della 15enne, diventa un vero e proprio prodotto televisivo nel programma di Rete 4 "Terzo indizio", condotto da Barbara De Rossi.

Due settimane di riprese nel cuore del Salento, otto attori protagonisti provenienti dalle principali compagnie teatrali del Salento e oltre cinquanta comparse.

La docufiction si concentra sul contesto che ha portato al delitto di Sarah Scazzi, sulla ricostruzione degli ultimi mesi di vita della 15enne assassinata nell'agosto 2010, ed è rigorosamente basata sugli atti giudiziari.

Per l'omicidio di Sarah Scazzi sono state condannate all'ergastolo per concorso in omicidio volontario Sabrina Misseri e Cosima Serrano, cugina e zia della 15enne. Condannato a 8 anni Michele Misseri per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove.

(Unioneonline/L)
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