Si racconta il vincitore del Festival di Sanremo e campione di incassi Francesco Gabbani, che nella notte di Ferragosto suonerà sul palco di piazza Stagno a Cabras.

Il successo è arrivato alla vecchia maniera: da adulto e senza passare per i canali web o da un talent televisivo. Qual è stato il momento in cui Francesco Gabbani da Carrara, 34 anni, ha capito di avercela fatta?

"È stato dopo il primo Sanremo. Con la popolarità di 'Amen', ho iniziato a pensare che forse sarei riuscito a realizzare il sogno di vivere di musica. Nel mio percorso ho affrontato le stesse difficoltà che vivono molti musicisti e cantautori in Italia. Difficoltà nel riuscire a farsi ascoltare e nel trovare spazi in cui suonare, ma non ho mai smesso perché non ho mai pensato potesse esistere un piano B rispetto alla musica. La gavetta mi ha insegnato a stare su un palco e l'esperienza mi ha aiutato ad affrontare il successo mantenendo i piedi ben saldi a terra. Il successo trasversale di 'Occidentali's Karma' è arrivato come una sorpresa, sperata nel cuore, ma senza illusioni. Quando l'abbiamo scritta io e i miei collaboratori non eravamo consci di aver fatto una hit, sapevamo che era un brano con forte potenziale ma non immaginavamo tutto il riscontro che ha avuto".

Senta Gabbani, attirare l'attenzione con un motivo martellante e una scimmia che balla può essere l'idea giusta per far riflettere e portare a casa il quadruplo disco di platino. Ma quale sarà il prossimo passo?

"Credo che tramite la forma canzone pop, magari anche di facciata ironica come spesso sono le mie canzoni, si possano proporre riflessioni più o meno profonde rispetto all'esistenza umana. La leggerezza non salverà il mondo ma potrà aiutarci a guardare la vita con occhi diversi. Questo è il mio modo di scrivere e penso continuerò in questa direzione anche in futuro. Il 2017 è stato un anno incredibile ma anche impegnativo; da Sanremo non mi sono mai fermato, prima il disco, poi l'Eurovision Song Contest e poi il tour partito a metà maggio. Al prossimo passo penserò quando mi fermerò".

Qualcuno l'ha paragonata a Checco Zalone: prendersi in giro prendendo di mira le manie di oggi. Farebbe la colonna sonora di un suo film?

"Quando mi hanno paragonato a Zalone, l'ho preso come un complimento. Mi piace perché riesce a prendere di mira il pubblico che lo ama senza che questo se ne accorga. I suoi film sono a volte più simili alla realtà che alla parodia ed è quindi è come se il pubblico ridesse di sé stesso. A fine 2016 ho scritto la colonna sonora del film di Natale di Fausto Brizzi 'Poveri ma ricchi'. È stata una bellissima esperienza che mi piacerebbe sicuramente ripetere perché ha rappresento l'opportunità di potermi esprimere musicalmente in un modo nuovo".

A chi non capisce le sue canzoni cosa vorrebbe dire?

"Penso ci siano due tipi di pubblico. Quello che capisce le canzoni e quello a cui le canzoni sono dedicate".

Se è vero che tutto ciò che si dà poi torna indietro, lei cosa ha già dato?

"Prima dell'inizio del tour un giornalista mi chiese cosa mi aspettavo dalla gente e io risposi che mi aspettavo di potere avere indietro le emozioni che avevo messo a nudo. Visto l'amore, il calore e il sostegno che sto ricevendo, direi che sta andando esattamente così. Se è vero che esiste il karma, direi che non devo essermi comportato proprio male nella mia vita precedente".

Grazia Pili
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