"Sono un artista". Così Bruno Vespa difende il suo stipendio in Rai
"Sono un artista". Così Bruno Vespa, in una lettera alla Rai, cerca di difendere il suo stipendio dalla scure di Viale Mazzini.
Come è noto, il governo aveva fissato un tetto di 240mila euro annui allo stipendio di manager, dipendenti, dirigenti, giornalisti e star che lavorano per la Rai.
Poi, da palazzo Chigi, per venire incontro alle richieste dell'azienda che paventava il rischio di una fuga dei big verso le tv private, è uscito un parziale dietrofront: il tetto non si applica più agli artisti.
Ed è proprio a questa singolare deroga che, in attesa del 2 giugno (giorno entro il quale la Rai deve varare la regolamentazione in materia e stabilire chi va sottoposto al tetto e chi no) si è appellato il conduttore di "Porta a Porta" per difendere il suo lauto stipendio.
"Tra un Fabio Fazio che si occupa di Falcone e un Bruno Vespa che fa un programma su 'Ballando con le stelle' chi è l’artista e chi il giornalista?", ha scritto l'anchorman di RaiUno.
"Ha sempre sbagliato la Rai nello stipulare, con professionisti che vengono dal giornalismo, contratti artistici che prevedono il versamento di contributi all’Enpals e agli enti previdenziali che l’hanno sostituito?".
E ha concluso: "Sono fiducioso che la discussione su questo tema avvenga su basi esclusivamente giuridiche e di buon senso, allontanando il sospetto che si voglia immaginare qualche norma contra personam, inaccettabile sotto ogni profilo".