C 'è stato un tempo in cui i suonatori costruivano i loro strumenti. «Oggi i ragazzi non hanno pazienza e allora si rivolgono ai pochi come me che, ancora, le launeddas le fabbricano con ingegno e con passione».

ANTICO STRUMENTO - Franco Melis ha 58 anni, vive a Tuili e ci accoglie nel laboratorio di casa. È uno dei pochi suonatori sardi dello strumento a canne più antico del mondo a costruire ancora le launeddas. Caratteristica che ha colpito il regista francese Aurelien Froment, arrivato a Tuili con la troupe della Some Shoes Production per girare un film-documentario sulle launeddas e sulla storia di Melis.

TESTIMONIANZA PREZIOSA - Froment ha spiegato: «È molto raro trovare artisti come Franco Melis. La sua testimonianza è preziosa, è l'erede di una tradizione che, dal suo maestro Aurelio Porcu, ci porta alla notte dei tempi». Testimonianza che la troupe ha raccolto in tre giorni di riprese. Villa Asquer con il giovane allievo di Melis, Marco Figus di Turri; la casa contadina Domu Sanna; la collina di Srabadei con lo sfondo della Giara; la chiesa di Sant'Antonio; la domus de janas di Setzu con il gruppo di suonatori Sonus Antigus. Luoghi mai scelti a caso. Froment ha detto davanti alla domus: «Il dialogo fra le pietre e le canne dura da millenni, come quello con l'aria, il vento e la stessa aria che viene soffiata nelle launeddas». Sarà il primo film girato in 35 millimetri sulle launeddas.

IL FILM - Il regista francese è arrivato a Tuili grazie all'etnomusicologo Dante Olianas. Froment è impegnato in uno studio sulla polifonia nel mondo: «Le launeddas hanno addirittura tre canne. Quindi è molto più eccitante e interessante fare un film su questo strumento». La troupe studia ogni particolare: luce, ombre, suoni della natura. Anche davanti alle canne in un terreno di Melis, dove il maestro di Tuili le raccoglie per dar forma alle launeddas. «Canne speciali, arrivano da tutta la Sardegna per prenderle», ha riferito Melis, «come dicevano gli antichi: le canne che crescono dove c'è poca acqua sono armoniose e hanno un suono metallico». Melis, che ha preso in mano le launeddas per la prima volta a quindici anni, nella chiesa di Sant'Antonio si è emozionato come se fosse la prima volta. «Qui, da decenni, suono per un voto al santo». Il film parteciperà a festival internazionali. Melis non si è mai sentito una star davanti alla telecamera: «Non scherziamo. Sono felice perché la storia di questo strumento che meglio di tutti riesce a raccontare la nostra terra sarda farà il giro del mondo».

Antonio Pintori

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