"Alle mie mucche faccio sentire il jazz perché così fanno più latte". Un pastore sardo descriveva così "Time in jazz", che all'epoca appariva ai più come un'invasione di trombettisti e sassofonisti a Berchidda.

Da quella prima edizione sono passati trent'anni.

"Berchidda è una terra di terra", racconta oggi Paolo Fresu. Lo fa da Milano, terza tappa - dopo Bologna e Roma - in cui ha scelto di raccontare un'avventura cominciata nel 1988.

All'epoca portare il jazz in un posto così poco turistico era una vera scommessa, perché - dice il trombettista - "significava accendere i riflettori su una Sardegna sconosciuta".

Una sfida che, in tutto questo tempo, ha dato valore sia alla manifestazione che al territorio.

"Nel mio manifesto programmatico, che in quel momento scrissi con una Lettera 32, c'era la parola 'lungimiranza'. Speravamo di non fermarci mai, e ce l'abbiamo fatta".

Una scommessa vinta tra mille difficoltà. Oggi la kermesse, di cui Fresu è il direttore artistico, produce un milione e mezzo di euro, pur costando tre volte meno.

Paolo Fresu con Enzo Gentile (a sinistra) e Franco Fayenz (a destra)
Paolo Fresu con Enzo Gentile (a sinistra) e Franco Fayenz (a destra)
Paolo Fresu con Enzo Gentile (a sinistra) e Franco Fayenz (a destra)

È una buona notizia, dice Fresu, considerando che "è un momento in cui si discute di quanto con la cultura si mangi".

Ma è anche vero che il Festival offre "una ricchezza di pensieri intangibili". Come il rapporto tra uomo e natura, la suggestione delle chiese all'alba e al tramonto, la magia della musica in volo o sui traghetti che solcano il mare.

Oggi il rapporto tra il jazz e i berchiddesi è di amore e passione. "All'inizio era una cultura che non capivano, che arrivava da un altro mondo, avulsa dal nostro territorio. Oggi comprendono che è una grande opportunità per loro e per questo piccolo paese di meno di tremila anime".

Quest'anno il claim della manifestazione nell'Isola, dall'8 al 16 agosto, sarà semplicemente "Trenta". Il cast è d'eccezione e va dal sassofonista inglese Andy Sheppard, al pianista Uri Caine, al violinista Adam Baldych.

Non mancano gli italiani (Dino Rubino, Enrico Zanisi, Giovanni Guidi), i sardi (Zoe Pia). Ci sarà anche Gaetano Curreri, degli Stadio, che suonerà con Fresu un omaggio a Fabrizio De Andrè a L'Agnata di Sassari.

Paolo Fresu
Paolo Fresu
Paolo Fresu
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