Gli piace la definizione di "cantastorie". In effetti lo è Davide Moreno, 18 anni, studente e cantautore di San Gavino Monreale. Genuinità e voglia di raccontare e raccontarsi quando canta. Le parole quasi più importanti della musica.

Non a caso il suo primo album lo ha intitolato "Cantastorie". Nove brani inediti, lanciati dal singolo "Parto a Londra", che presenterà col suo gruppo "Adamà", sabato alle 20,45 al teatro di San Gavino, giorno di uscita dell'album, scaricabile sulle piattaforme musicali.

Modelli per la sua musica?

"La mia musica è influenzata da tantissimi artisti che ascolto: John Mayer, Bungaro, Mecna, Ghemon, Cremonini, Jason Mraz. Questi sono solo dell'ultima settimana".

Tanti suoi coetanei si affidano ai talent. Lei ha scelto una strada diversa.

"Sì, mettere la mia musica prima della mia immagine. Nei talent conta ciò che apparentemente sei, in parte quanto canti bene. Ma non si soffermano su ciò che stai cantando. Contenuti non importanti, parole solo contorno".

Per lei contano le parole?

"Riescono ad esprimere ciò che sento e mi emoziona. Poi trovano l'abbinamento perfetto con la musica".

IL VIDEO DEL SINGOLO "PARTO A LONDRA":

Qual è la musica di Davide Moreno?

"Il mio genere è pop. Le storie che costruiscono quotidianamente hanno vita nuova grazie alla mia chitarra".

Un menestrello del nuovo millennio.

"Mi piace. Come mi piace definirmi cantautore, canto le mie storie con la chitarra".

Il singolo "Parto a Londra" ha lanciato l'album. Autobiografico?

"Nell'indecisione verso le scelte future: rimanere nella propria terra o partire per una possibilità in più".

Nei suoi brani torna spesso il tema del viaggio e del volo.

"Temi legati anche all'amore, per me come un salto nel vuoto".

In "Insegnami a volare", invece, un'atmosfera musicale diversa.

"Brano aperto a tante interpretazioni. Parla di una persona che non c'è più, una relazione finita, un rapporto padre-figlio. Tante persone mi insegnano a volare, ad amare, a sognare, a vivere".

Difficile realizzare un album a 18 anni.

"Sì, possibile grazie al produttore e amico Filippo Cossu, i sacerdoti e l'oratorio Santa Chiara, dove abbiamo registrato l'album e il mio gruppo".

Partirà a Londra per sfondare?

"No, il mio sogno non è diventare personaggio di successo, ma vivere di musica. Mi piacerebbe molto scrivere per altri e fare l'autore".
© Riproduzione riservata