Piccolo privilegio (o aperta tortura, a seconda dei casi) quello degli ascolti in anteprima negli uffici milanesi della Rai dei brani in gara al prossimo Festival di Sanremo.

Brani che, diciamolo subito, anche quest’anno non si sono allontanati troppo dalle aspettative.

Ventidue brani in tutto, che abbiamo ascoltato e che proviamo a raccontarvi, riassumendole in quelle più belle (a nostro giudizio, sia chiaro), quelle meno belle e altre che da outsider potrebbero essere protagoniste sul palco dell’Ariston.

LE 3 PIÙ BELLE

Paola Turci – "Fatti bella per te"

L’inizio è aperto, quasi fosse una canzone della migliore Elisa, e la Turci mostra subito una voce meravigliosa, adulta, compiuta. Il brano prende ancor più il largo nel ritornello e tiene legati, vinti, grazie alle parole di Luca Chiaravalli, Giulia Ananìa, Davide Simonetta e della stessa Turci. Il messaggio? Seguire le proprie emozioni, volersi bene, seguire il cuore e l'istinto. Un inno alle donne.

Voto 7,5

Marco Masini – "Spostato di un secondo"

Mettetela come volete, ma già dall'ultima volta a Sanremo Masini ha dato prova di una scrittura sicuramente superiore alla media degli altri concorrenti al Festival. Ora prova con un pezzo che potrebbe essere scritto da un Fedez qualunque, perché è su certe vibrazioni che punta, però lo fa con un mestiere che altri quanto meno si sognano ed emoziona. Quindi, perché no? Una bella canzone scritta con Diego Calvetti e Zibba.

Voto 7

Chiara – "Nessun posto è casa mia"

Se si deve giocare di petto, andare cioè sul palco dell'Ariston a cantare una canzone che prenda per bene il cuore costi quel che costi, allora che lo si faccia bene. E Chiara ci prova, dà le coordinate giuste alla propria voce per puntare dritto lì, dove bisogna puntare. Il pezzo è lieve, l'interpretazione è profonda. Si parla dell’amore (ovviamente) che rende tutto perfetto, come perfetta potrebbe essere questo brano per questo Festival.

Voto 6,5

LE 3 PIÙ BRUTTE

Alessio Bernabei – “Nel mezzo di un applauso”

Violini, una cassa dritta simil-dance che cerca il crescendo del ritornello e partire per chissà dove. Bernabei parla della felicità che non è per sempre ma che si può donare a qualcuno, citando tutto il campionario romantico del vento, la pioggia e altro ancora, con l'universo che applaude all’amore dei due protagonisti dei versi firmati Roberto Casalino. A cui non manca qualche battuta ad effetto, tipo “se vuoi trovarmi, cercarmi nell'imprevisto”...

Voto 2

Francesco Gabbani - "Occidentali's Karma"

Giocare a fare il Battiato è come andare davanti a un plotone d'esecuzione e pregare di essere fucilato lì, ora e subito. Una canzone tutta rime e trovate che lavorano per un andamento che sa d'estate (a metà tra Righeira - magari! - e Sandy Marton…) e sa di niente. Forse le intenzioni erano buone e solo chi non mira in alto non può dire di non averci provato. Ma poi, alla rima "Namasté-Alé", finisce ogni possibilità di essere salvato.

Voto 2

Lodovica Comello – "Il cielo non mi basta"

Testo di Federica Abbate, Antonio Di Martino, Dario Faini e Fabrizio Ferraguzzo su cui la Comello dà sfogo alla sua voce, che già conoscevamo nella sua potenza e pulizia. Il brano però è telefonato, un saliscendi prevedibile, come la strada di casa che si conosce a memoria.

Voto 3

LE FAVORITE

Al Bano – “Di rose e di spine”

Il maestro fa il maestro. Di Sanremo, certo. Ma con le rose e con le spine Al Bano di mostra di saperci fare, c'è tanta voce e un lieve arrangiamento di archi, piano e purcussioni. E canta di un amore senza fine, che fa rima col titolo e nel finale si lancia in un acuto da far tremare l'Ariston. Come minimo.

Voto 5

Ron – "L'ottava meraviglia"

È un crescendo di pianoforte e chitarra che poi si apre al ritornello, un brano in cui la coppia al centro del racconto è l'"ottava meraviglia del mondo", con qualche trovata nel testo (la penna è Mattia Del Forno), che fa scivolare bene il ritornello. Pezzo “alla Ron”, che pare almeno di metterci del sentimento, o almeno vogliamo credere che sia così.

Voto 6,5

LA SORPRESA

Ermal Meta – "Vietato morire"

Dedicata alla mamma. E scrivere una canzone per la propria madre e non fare un tonfo nell'acqua è spesso più che un'impresa. Ermal Meta scrive bene, scrive di violenza, violenza contro le donne e della possibilità di ricominciare. Il pezzo però, nei suoi trucchetti, nelle voci raddoppiate, nella melodia, non porta nulla che non sia già stato sentito e digerito. Anche se strappa applausi dalla sala stampa. Potrebbe essere una delle sorprese del Festival.

Voto 6

MENZIONE SPECIALE

Bianca Atzei – "Ora esisti solo tu"

Non cambia, Bianca. E si affida ancora a Kekko Silvestre per raccontare l'ennesima storia d'amore, liberatoria, con i soliti cambi di tonalità tipici del Nostro. Le va dato il merito di non mollare e continuare sulla linea battuta fin qui. Il pezzo, però, non è così brutto e invita ad “abbandonare chi ti ha fatto soffrire”.

Voto 6

Marco Castrovinci
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