Il museo diocesano di Oristano ospita la mostra "Baracche, burattini, scenografie: Pinocchio raccontato da Antonio Marchi".

L'inaugurazione è prevista domenica 21 gennaio alle 17.30. La storia del burattino più famoso prende vita attraverso il lavoro e il racconto di Antonio Marchi.

A 135 anni dalla prima edizione, Pinocchio di Carlo Collodi si rivela - secondo il parere di numerosi studiosi e saggisti, tra i quali il cardinale Giacomo Biffi - un vero "capolavoro teologico e di introspezione".

"Pinocchio non contiene, infatti, il solo intrattenimento giocoso proprio dell'evasione e dello svago, ma un messaggio che svela il mistero centrale dell'universo - spiega Antonio Marchi - la sua storia custodisce e tramanda ben più di un codice di comportamento per i più piccoli: racconta l'esperienza umana e il senso stesso dell'esistenza, ovvero la rivelazione cristiana, la verità cattolica, attraverso il racconto fiabesco. Un testo che si mostra oggi più che fondamentale nel processo di crescita, in una società concentrata su aspetti secondari e superficiali, spesso privi di concretezza".

L'artista e burattinaio Antonio Marchi, personalità tra le più significative del panorama artistico oristanese, ha iniziato la sua esperienza artistica negli anni sessanta come ragazzo di bottega del grande pittore Carlo Contini, per divenire maestro del disegno e dell'acquerello, di pittura e scultura, della lavorazione dell'argilla, ideatore e creatore di particolari manufatti.

La mostra ospiterà ceramiche e acquarelli dell'artista, oltre che baracche e scenografie del racconto di Pinocchio (la bottega di Geppetto, il teatro di Mangiafuoco, il bosco, la casa della Fata).

Nel corso della mostra, animata dal burattinaio Antonio Marchi, i bambini verranno coinvolti e saranno protagonisti del gioco, raccontando le loro fiabe del cuore nei piccoli teatrini.

La mostra sarà visitabile fino a domenica 4 marzo.
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