I sintomi, protratti per settimane, sono gli stessi: dolori addominali, diarrea e febbre. Sono le malattie infiammatorie croniche dell'intestino (Morbo di Crohn e Colite ulcerosa). La loro origine è nell'intestino, ma possono ripercuotersi anche su articolazioni, occhi, pelle, fegato e polmoni.

Fino a una decina di anni fa anni coinvolgevano solo gli adulti, adesso invece sono sempre di più i bambini che vengono colpiti. Secondo uno studio recente promosso dall'associazione dei pazienti Amici onlus, i costi medi sostenuti da una persona che si ammala di una di queste patologie ammontano a circa 800 euro l'anno, cifra che però supera i 2mila euro se si contano le perdite di produttività generale.

Non si conoscono ancora perfettamente le cause, "ma incidono anche una predisposizione genetica e un substrato ambientale legato allo stile di vita", spiega Giammarco Mocci, dirigente medico del reparto di Gastroenterologia dell'ospedale Brotzu di Cagliari, diretto da Francesco Cabras.

Per fare il punto sui progressi medico-scientifici, i costi sociali, le nuove sfide nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche dell'intestino (Mici) gli esperti si confronteranno in occasione del convegno "Le nuove sfide nella gestione delle Mici: dall'età pediatrica all'adulto e il problema della transizione", in programma a Cagliari il 27 e 28 aprile.

COSA SONO - Le Mici comprendono la colite ulcerosa e la malattia di Crohn. In Italia soffrono di queste patologie circa 200mila persone, in Sardegna i pazienti sono almeno 4.500 (non tutti con un'esenzione per patologia). Si tratta di malattie caratterizzate da un'infiammazione della mucosa e della parete intestinale. La Malattia di Crohn può colpire tutto l' apparato digerente in qualsiasi tratto, dalla bocca all'ano, ma più spesso colpisce l'ultima parte dell'intestino tenue (ileo), mentre nella colite ulcerosa l'infiammazione interessa soltanto il colon e il retto.

SINTOMI - I primi sintomi sono dolore addominale, diarrea a volte con sangue, anemia, facilità ad affaticarsi, ma riscontriamo anche manifestazioni extra intestinali che precedono quelle intestinali.

Alcuni pazienti arrivano dal reumatologo perché soffrono a causa di dolori articolari o lesioni della pelle. Certo, non bisogna allarmarsi solo per un mal di pancia o una diarrea, ma se persistono per giorni e settimane, occorre rivolgersi subito allo specialista. "Il malassorbimento del ferro e soprattutto le infiammazioni possono creare stenosi con possibili occlusioni intestinali", spiega l'esperto.

LE TERAPIE - Le parole chiave negli ultimi anni sono multidisciplinarietà e personalizzazione: "I pazienti vanno curati all'interno di team plurispecialistici, dove figure "nuove"come lo psicologo e l'infermiere dedicato si affiancano alle professioni mediche", spiega il dottor Mocci.

Allo stesso tempo, "le terapie vanno scelte sulla base delle caratteristiche del paziente e della sua patologia", aggiunge.

Nelle forme lievi si ricorre ai farmaci più sicuri, con meno effetti collaterali come la mesalazina, mentre nelle forme più aggressive si usano farmaci che agiscono sul sistema immunitario: immunosoppressori e terapie biologiche, nuova frontiera degli ultimi anni. "Nell'approccio personalizzato non va infine dimenticata la chirurgia che ancora oggi in alcuni casi rappresenta la scelta più vantaggiosa e più sicura per i pazienti", conclude il dottor Mocci.

Mauro Madeddu

© Riproduzione riservata