Un anno per i nuovi pazienti, otto mesi per chi è già in carico al reparto. I tempi di attesa per una visita nella Diabetologia del Brotzu si allungano ancora.

L'appuntamento, per chi oggi dovesse telefonare al Centro unico di prenotazione, sarebbe fissato per il 2019. Per chi invece dovesse aver necessità di un controllo, la prima data utile è a novembre.

Secondo il primario della Struttura complessa del Brotzu il motivo è da ricercare della mancanza di una rete in grado di razionalizzare l'afflusso di pazienti nei centri diabetologici del territorio.

Pochi disagi - assicurano dal presidio San Michele - per la chiusura dal 5 al 10 aprile del reparto a causa di urgenti lavori ai quadri elettrici. Le circa 150 visite ambulatoriali programmate nel periodo di chiusura, dopo aver avvisato i pazienti, saranno anticipate o posticipate di pochi giorni. Se fossero dovuti rientrare nel ciclo normale di prenotazione i controlli sarebbero slittati a novembre. Le urgenze e le consulenze interne saranno invece garantite dal medico di guardia e dall'infermiere di turno nel reparto di Chirurgia d'urgenza, al primo piano dell'ospedale.

Marco Songini dirige il reparto di Diabetologia dell'ospedale più grande della Sardegna.

Nel 2017, con 5 medici, 6 infermiere e 2 dietiste, ha seguito 4.000 pazienti ed effettuato 15 mila visite. "La situazione peggiora di anno in anno", afferma, premettendo che la sua posizione non è polemica ma propulsiva. Songini ammette che "le prime visite con la prenotazione sono fissate nel 2019, mentre un paziente già in carico al reparto deve attendere almeno otto mesi". Liste d'attesa troppo lunghe, soprattutto se messe in relazione con la popolazione. Stiamo invecchiando e l'età è uno dei fattori determinanti della malattia diabetica». Il problema non riguarda solo i "novizi". Capita spesso che i pazienti, soprattutto i più anziani dimentichino la data dell'appuntamento".

C'è una soluzione per ridurre i tempi di attesa? "Sì, e non è una questione di soldi". Cioè? "È necessario che la politica metta in pratica quello che ha promesso da anni: la realizzazione di una rete tra i centri di diabetologia. Basta con la conflittualità che copre sacche improduttive e con la resistenza al cambiamento legata a interessi personali. È necessaria con urgenza una riorganizzazione territoriale". Per fare un esempio, nel caso di lunghe liste d'attesa, il paziente seguito dal Brotzu può essere "dirottato" al Santissima Trinità, al Policlinico universitario di Monserrato o in uno degli altri centri diabetologico sparsi nell'area di competenza della Assl. In questo modo si taglierebbero notevolmente i tempi per le visite e il rischio che la patologia, in lunghi periodi di tempo, possa addirittura degenerare.

(Redazioneonline/M.)
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