Dal 12 al 18 marzo anche in Sardegna, come in tutta Italia e in diverse parti del mondo, andrà in scena la "Settimana del Cervello": una serie di eventi, seminari e screening, dedicati alla prevenzione delle malattie del sistema nervoso centrale. A cominciare dall'ictus, che ogni anno colpisce 150-200mila persone in Italia e tremila solo in Sardegna.

"In Sardegna ogni giorno circa 10 persone vengono colpite da Ictus, spesso senza alcun preavviso. Se proiettato in una dimensione mondiale, il dato è ancora più impressionante: un ictus ogni 2 secondi. Circa una persona su 6 ha un ictus durante la sua vita. Alcune persone si riprendono completamente, ma più dei 2/3 dei sopravvissuti avrà qualche tipo di disabilità", spiega un luminare nel campo, il dottor Maurizio Melis, primario di Neurologia e della Stroke Unit dell'ospedale Brotzu di Cagliari e presidente della Società Italiana dei Neurologi, Neurochirurghi, Neuroradiologi Ospedalieri.

Conoscere i rischi e sapere come agire è fondamentale per ridurre il danno da ictus. Di qui l'importanza di iniziative come la "Settimana del Cervello", per illustrare i principali elementi da tenere presenti per riuscire a prevenire e ridurre i rischi.

A illustrarle, il dottor Melis:

1) Perché si presenta un Ictus?

"Il nostro cervello è il risultato di milioni di anni di evoluzione e ha un rendimento non paragonabile ad alcun computer esistente. Un computer con le funzioni del nostro cervello consumerebbe una quantità enorme di energia, quella normalmente necessaria ad alimentare una città. Nel caso del nostro cervello il consumo è di circa 20 watt, meno di una lampadina da abatjour. Il problema è che questa poca energia deve essere fornita costantemente senza interruzioni. Energia che arriva attraverso il sangue, che porta ossigeno e glucosio fondamentalmente. Il cervello, pur pesando solo il 2-3 per cento del peso corporeo, riceve circa il 20 per cento di tutto l’ossigeno e il 25 per cento di tutto il glucosio. L’Ictus ischemico, il più frequente, si verifica per un’interruzione del flusso di sangue verso un'area del cervello. Le cellule cerebrali, private dell'ossigeno, iniziano a morire rapidamente ed il paziente presenta i sintomi relativi alla compromissione della funzione dell’area del cervello colpita (più frequentemente disturbi della forza muscolare, ma anche della sensibilità, della vista, della parola, dell’equilibrio). Questo evento è una delle principali cause di morte o invalidità residua".

2) Quali sono le cause dell'ictus?

"Il sangue arriva al cervello attraverso le due carotidi interne (poste anteriormente nel collo) e le due vertebrali (posteriori). Una volta dentro il cervello i flussi convogliano in un sistema detto poligono di Willis, che permette di effettuare compensi nel caso in cui una delle arterie non dovesse più essere efficiente. Questo non sempre è possibile. Le cause dell’ictus sono l’emorragia cerebrale, meno frequente, o l’ischemia cerebrale, in circa l’85 per cento dei casi. In questo caso l’arteria viene occlusa attraverso un meccanismo generalmente embolico. L’embolo è un frammento di un trombo (aggregato di piastrine, fibrina e fattori della coagulazione), che si formano nel cuore (spesso per un’irregolarità del battito cardiaco chiamata fibrillazione atriale) oppure per frammentazione di un trombo presente sulla parete di un’arteria che porta sangue al cervello (più frequentemente la carotide). Più rara è l’occlusione di un’arteria intracranica (frequente nelle popolazioni asiatiche) per un trombo formatosi direttamente in un’arteria del cervello".

Maurizio Melis
Maurizio Melis
Maurizio Melis

3) Come ci si può accorgere di un ictus?

"Incredibilmente il cervello, costituito da miliardi di neuroni, non ha terminazioni nervose per il dolore che invece sono presenti nelle meningi e nelle arterie, quindi, a meno che non esista una sollecitazione di queste strutture , come avviene per l’emorragia, un’ischemia generalmente non esordisce con dolore.

La mancanza di ossigeno generalmente rallenta le funzioni regolate dall’area interessata, e qualche volta le compromette completamente. Se l’area interessata è quella che regola il linguaggio, il paziente presenterà un’afasia (difficoltà nell’espresione e/o nella comprensione del linguaggio) o una disartria (difficoltà nell’articolazione verbale). Se l’area regola il movimento ci sarà una difficoltà nella motilità di un arto o più frequentemente del movimento di metà corpo (emiparesi) che può interessare anche il viso. Meno frequentemente possono esserci, anche in assenza dei sintomi sopra indicati, disturbi isolati della vista o della sensibilità o di qualsiasi altra funzione regolata dal cervello".

4) Cosa possono fare i primi soccorritori?

"Spesso il paziente arriva in ospedale tardi perché non ci si rende conto di essere in presenza di un ictus. La Scala di Cincinnati è una scala di valutazione, che permette di riconoscere un ictus. E’ utilizzata dal personale sanitario ma, per la sua semplicità e rapidità, può essere utilizzata anche da soccorritori non medici. Riconoscere i sintomi e chiamare rapidamente il 118 è probabilmente uno degli interventi più importanti nella cura dell’Ictus".

La locandina della Settimana del Cervello (che ha anche una pagina Facebook)
La locandina della Settimana del Cervello (che ha anche una pagina Facebook)
La locandina della Settimana del Cervello (che ha anche una pagina Facebook)

5) Perché è importante la rapidità del soccorso?

"Una corretta terapia, specie nelle prime ore, consente non solo la sopravvivenza ma anche una miglior qualità di vita dopo l’evento. Un soccorso precoce permette una gestione delle funzioni vitali che possono già essere compromesse da subito per l’interessamento di alcune aree del cervello. Per questo si dice che il tempo è cervello".

6) Quali sono le possibilità terapeutiche nell’ictus acuto?

"La terapia medica più efficace in acuto è costituita dalla somministrazione endovena dell’attivatore del plasminogeno tissutale (r-tPA). Se somministrato tempestivamente, può ridurre le conseguenze a lungo termine dell'ictus. Il farmaco deve essere somministrato endovena attraverso una flebo e agisce dissolvendo il coagulo e migliorando il flusso sanguigno nella parte del cervello sofferente per la carenza di sangue, e quindi di ossigeno e sostanze indispensabili per l’attività cellulare come il glucosio.

Il farmaco deve essere usato non oltre le 4,5 ore dall’esordio dei sintomi nei pazienti eleggibili.

Nel territorio nazionale esistono reparti dedicati al trattamento dell’ictus, variamente denominati (Stroke Unit, Centri Ictus, Unità Cerebrovascolari). Un numero ottimale sarebbe di un centro ogni 200.000 abitanti, ma ancora esiste in Italia una distribuzione a “macchia di leopardo”, con una maggior presenza di centri nel nord-italia. I centri sono caratterizzati dalla presenza di personale dedicato e qualificato. Proprio l’assistenza multiprofessionale consente di prevenire complicanze, ridurre la mortalità e l’invalidità residua.

La seconda possibilità di cura è costituita dalla rimozione fisica di un coagulo all’interno di uno dei vasi intracranici che portano il sangue al cervello. L’intervento di trombectomia meccanica, dopo primi risultati contrastanti, è stato recentemente inserito tra i trattamenti indispensabili in pazienti con ictus acuto ed occlusione dei vasi principali del cervello. I pazienti che hanno i requisiti per il trattamento con rt-Pa devono ricevere comunque il farmaco, anche nel caso si prospetti la procedura di rimozione del coagulo.

Il trattamento endovascolare viene effettuato da medici esperti nel contesto di strutture di neuroradiologia interventistica. Tali unità dovrebbero essere di una unità ogni milione di abitanti. Esistono vari sistemi di disostruzione che prevedono l’introduzione di un catetere attraverso un'arteria nell'inguine fino all'arteria bloccata nel cervello. Il coagulo viene intrappolato con particolari maglie e viene rimosso. Altri sistemi prevedono l’aspirazione del coagulo. La procedura deve essere eseguita entro sei ore dall'esordio dei sintomi di un ictus acuto".

L'ospedale Brotzu
L'ospedale Brotzu
L'ospedale Brotzu

7) Novità all’orizzonte?

"Le nuove linee guida sul trattamento dell'ictus (le americane sono state pubblicate circa un mese orsono mese e presto anche quelle italiane, ISO-SPREAD, faranno il punto sulla situazione), suggeriscono che più persone potrebbero essere idonee per la rimozione meccanica del coagulo.

Si intravvedono possibilità, per pazienti selezionati in determinate condizioni, di eseguire la procedura anche entro 24 ore dall'esordio. Questo richiederà un’importante riorganizzazione in rete dell’assistenza all’ictus anche perché i criteri di selezione prevedono la disponibilità rapida di metodiche quali RMN diffusione, ed in taluni casi studi di perfusione, con l’analisi tramite software dedicati. Questa sfida potrà essere vinta solo attraverso un’azione sinergica tra associazioni di malati, esperti, società scientifiche e istituzioni. L’elaborazione di chiari protocolli deve necessariamente completarsi con una razionale ridistribuzione delle risorse che consentano in tutto il territorio nazionale ad ogni singolo paziente di essere curato secondo le migliori evidenze. Attualmente in Sardegna vengono praticati un importante numero di trattamenti nelle 3 uniche Stroke Unit (dislocate a Cagliari, Sassari e Nuoro). Vaste aree (come Oristano e Olbia) sono tuttora prive di strutture dedicate. In considerazione della gravità delle conseguenze dell’ictus sulla persona che ne è affetta, ma anche sulla famiglia e sulla società, la posta in gioco è alta".

(Redazione Unioneonline)
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