Sul web sono super-attive, e convintissime che il parto in casa sia la scelta migliore per le future mamme.

"È sicuro come quello in ospedale", si legge su uno dei tanti gruppi che rinnegano ospedali e cliniche specializzate. Quelli che tirano in ballo fantomatiche ricerche portate avanti da studiosi dal nome impronunciabile, ma fuori dal mondo virtuale sembra impossibile trovarne una disposta a ribadire queste teorie.

Insistere è inutile, "No, mi scusi ma non ho tempo": un nastro registrato, che si ripete più volte. Il dibattito parte da qui, e porta in campo gli specialisti cagliaritani.

"LOTUS BIRTH" - "Le statistiche parlano chiaro: il parto in casa aumenta esponenzialmente la mortalità e morbilità sia della donne che del bambino", premette Gian Benedetto Melis, che da oltre venticinque anni dirige la Clinica di ostetricia e ginecologia del Policlinico di Monserrato.

"Esistono indicazioni specifiche, stabilite dal Ministero e ribadite dall'accordo Stato-Regioni, finalizzate a ridurre al minimo i possibili rischi legati al parto", spiega.

"Sono obbligatorie anche per le strutture ospedaliere, eppure continuano a esistere ideologi retrò e organizzazioni che per scopi economici fanno il lavaggio del cervello alle future mamme. Specie di sette che cercano di convincerle che il parto in casa è la soluzione migliore e si spingono verso pratiche assolutamente proibite dalle comunità scientifiche".

Come il "lotus birth", "una modalità di parto pericolosissima che non prevede la recisione del cordone ombelicale, ma impone che la placenta rimanga attaccata al neonato sino all'espulsione dall'utero", chiarisce.

Tendenza su cui si è espressa chiaramente anche la Società italiana di neonatologia. È tutto nero su bianco, nel documento ufficiale in cui si afferma "che il pericolo di infezioni che potrebbero mettere a rischio la salute e la stessa vita del bambino è concreto".

Eppure basta digitare su internet tre semplici parole, parto in casa, per scoprire che esistono sostenitori assolutamente convinti che sia la pratica migliore.

PUBBLICITÀ E COSTI - "Nascere in casa si può", informa la scritta nell'homepage. Basta cliccare sull'icona "chi siamo", per entrare in un altro mondo. Che risponde al nome di Associazione nazionale culturale ostetriche parto a domicilio, fondata nel 1981, con l'obiettivo di diffondere la nascita a casa.

"L'assistenza in casa e nella casa maternità è per noi legata alla visione del parto come evento naturale, da proteggere e rispettare da qualsiasi interferenza inutile e perciò dannosa, garantendo alla donna e alla coppia la possibilità di scegliere il luogo per loro più adatto e intimo", si legge.

Una scelta che costa: tra i duemila e i tremila euro, con cui si paga anche la reperibilità delle ostetriche: tre settimane prima della nascita e altrettante dopo. Ciò che nel tariffario non appare sono le garanzie della perfetta riuscita.

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