Se avremo un inverno molto freddo c'è da aspettarsi che l'influenza sia particolarmente "sentita". Se invece il clima si manterrà mite, è molto più probabile che i virus influenzali si manifestino con minor frequenza, lasciando spazio ai loro "cugini", che danno disturbi meno intensi ma possono comunque darci fastidio. Come accade ad ogni stagione autunnale, insomma, la scienza si interroga sulla possibile entità dell'influenza prossima ventura.

Questa volta a provare a interpretare la sfera di cristallo è il virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università di Milano. Le previsioni, vale la pena di dirlo, non sono particolarmente preoccupanti. "Per la stagione 2017-2018 sono previsti dai 4 ai 5 milioni di casi di influenza oltre agli 8-10 milioni di sindromi provocate da altri virus respiratori: un'epidemia, quindi, di media entità", precisa l'esperto. "Avremo un solo nuovo virus in circolazione, il H1N1/09 (A/Michigan/45/2015), una variante similare ai virus dell'anno scorso".

L'INFLUENZA PER GLI ITALIANI - In attesa di capire quale davvero sarà la situazione, e a poche settimane dalla partenza della campagna di vaccinazione, gli italiani sembrano comunque poco preoccupati di prevenire questa infezione virale. Secondo un'indagine di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione) sul comportamento degli italiani nel prevenire e affrontare l'influenza, quasi il 15% delle persone non fa nulla per evitare di ammalarsi, mentre il resto cerca di prevenire il contagio attraverso comportamenti di buon senso: coprirsi bene (55,1%), evitare gli sbalzi di temperatura (50,8%) e lavarsi spesso le mani (40,8%) sono le misure preventive più diffuse.

RIMEDI: FARMACI E ANTIBIOTICI - Quando ci sia ammala, i farmaci senza obbligo di ricetta e di automedicazione risultano essere per il 57% degli italiani il rimedio più utilizzato in caso di sintomi influenzali e da raffreddamento. Sempre validi anche i vecchi rimedi della nonna (brodo caldo, latte con miele, spremute) a cui si affidano quasi il 42% degli intervistati.

Una percentuale non irrilevante, il 22,5%, dichiara di ricorrere agli antibiotici. "In caso di contagio", continua Pregliasco, "non bisogna fare gli eroi: il riposo resta un'arma fondamentale per aiutare l'organismo a sconfiggere i virus. L'uso dei farmaci senza obbligo di ricetta deve servire ad attenuare i sintomi senza azzerarli, consultando il medico se le cose non migliorano dopo 4-5 giorni. Mai invece fare ricorso agli antibiotici che si hanno in casa senza prima vedere il proprio dottore. Infatti, gli antibiotici, non sono efficaci per curare l'influenza e deve essere il medico di base a valutarne la prescrizione nelle complicanze batteriche broncopolmonari, quando i sintomi non passano oppure se, dopo un'apparente guarigione, si manifesta un ritorno di febbre con tosse produttiva".

L'IMPORTANZA DEL VACCINO - Parlando di vaccinazione, invece, sicuramente le persone più avanti con gli anni si mostrano maggiormente attente a questa importante arma protettiva: il 45% degli over 65 dichiara di fare il vaccino tutti gli anni contro il 14% della media considerando tutte le età. La diffidenza nei confronti dei vaccini registrata nell'ultimo anno non sembra però riguardare il vaccino antinfluenzale: meno del 5% lo ritiene pericoloso.
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