La cena a quattro tra gli ex ministri del Pd è stata cancellata.

"Dopo 24h di polemiche interne e amenità varie, a partire dalla disfida delle cene, ho cancellato l'incontro".

Ad affermarlo è il padrone di casa, Carlo Calenda, che aveva lanciato su Twitter l'invito a Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Marco Minniti.

I quali, stando al puntuale resoconto sul social dell'ex ministro dello Sviluppo economico, avevano accettato. Poi ieri sera, l'annuncio a sorpresa.

"Lo spirito era quello di riprendere un dialogo tra persone che hanno lavorato insieme per il Paese e aiutare il Pd - ha commentato amaro Calenda -. In questo contesto è inutile e dannoso. Errore mio".

E ancora: "Ho provato a fare una cosa che ritenevo giusta in un contesto che l'ha letta in modo totalmente diverso. Abbiamo ritenuto che a questo punto fosse la cosa più giusta da fare per evitare ulteriori fratture".

Stamattina in diretta su Radio Capital, è andato giù duro: ai dirigenti del Pd, afferma, "non importerà" di perdere le prossime elezioni europee e regionali: "Quello che importa a loro è il congresso. Sta diventando un posto in cui l'unico segretario che si dovrebbe candidare è il presidente dell'associazione di psichiatria. Il Pd merita l'estinzione".

A ritirarsi è stato proprio l'ex segretario Matteo Renzi, forse contrario a un invito che escludeva apertamente il reggente Martina e lo avrebbe inserito in prima fila nella faida che si sta consumando all'interno del Partito: tra le parole di Orfini ("Sciogliamo e rifondiamo il partito"), la risposta secca di Martina ("Lasciamolo così com'è e votiamo per le primarie a gennaio") e l'opposizione dell'unico candidato in corsa, Nicola Zingaretti.

Il governatore della Regione Lazio aveva poi organizzato una contro-cena, invitando un imprenditore del Sud, un operaio, una studentessa, un professore, un amministratore impegnato nella legalità, un giovane professionista e un membro di un'associazione solidale.

Nello scontro tra il Pd dei salotti e il Pd del popolo, Renzi si sfila: "Penso sia importante che il Pd non riprenda la consueta polemica interna - ha scritto il senatore di Firenze nella sua newsletter -. L'ho detto ovunque, l'ho scritto. A forza di fuoco amico si ammazza qualunque leadership. E speriamo che stavolta chi deve capire, capisca".

(Unioneonline/D)

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