Con l'approvazione definitiva al Senato del Decreto Dignità il Governo giallo-verde e soprattutto la componente grillina possono dare il via a una serie di interventi sul fronte del lavoro e delle imprese, mettendo in atto uno dei punti principali del "contratto di governo".

Approvato circa un mese fa dal Governo e poi passato all'esame della Camera, il Decreto Dignità è stato oggetto di critiche e revisioni, dovute agli emendamenti richiesti in modo trasversale da parte delle forze di opposizione e, al di fuori del Parlamento, da associazioni di categoria e sigle sindacali.

Poi l'accelerazione voluta dal Governo ha stretto i tempi della conversione in legge - i 60 giorni previsti per tutti i decreti - per riuscire ad approvarlo prima della pausa estiva. Ed eccoci alla pagina finale di oggi: 155 voti favorevoli, 125 contrari e 1 astenuto e il Decreto Dignità diventa legge, con la conferma delle modifiche sul tema lavoro, l'estensione degli incentivi alle assunzioni degli under 35, sanzioni per le imprese che delocalizzano dopo aver usufruito dei contributi statali, misure per contenere il gioco d'azzardo e interventi per il personale scolastico.

CHI LO BOCCIA E CHI LO DIFENDE - Se i democratici parlano di "meccanismo infernale", non è più tiepida la reazione della controparte a destra, con Forza Italia e Fratelli d'Italia preoccupati dalle conseguenze che la legge avrà sul sistema imprese. Ma per il fronte governativo, e in particolare per i 5 Stelle che del provvedimento sono i principali promotori, questo cambio di rotta nel mondo del lavoro nazionale era assolutamente necessario, per invertire la tendenza ormai costante al precariato dei contratti e per impedire che si estenda la prassi per cui alcune imprese si impiantano nel nostro Paese per sfruttare gli aiuti pubblici e poi delocalizzare in altre sedi una volta ottenuti i vantaggi economici.

Alla difesa grillina segue quella degli alleati di governo leghisti, con l'economista del Carroccio Alberto Bagnai che commenta: "Confindustria attacca questo decreto? Fiat, Marcegaglia, Luxottica, Honda Italia, sono tutte aziende che recentemente hanno scelto di uscire da Confindustria, che è sempre più lontana dalle piccole e medie imprese. Abbiamo migliorato una legge che per qualcuno era già perfetta, vediamo cosa dirà Confindustria dopo l'approvazione di questo decreto".

E ORA, COSA CAMBIA? IL FRONTE DEI LAVORATORI - Al centro del decreto c'è il sistema lavoro in Italia e l'obiettivo principale di ridurre la precarietà favorendo il ritorno a contratti "stabili", con l'introduzione di un tetto di 24 mesi e non più di 4 proroghe per i contratti a tempo determinato e, in parallelo, un aumento del contributo addizionale in aggiunta a quello già versato dai datori di lavoro. Un'attenzione particolare va alla categoria degli under 35, per cui sono confermati i bonus alle assunzioni, estesi anche al 2020, con l'esonero del 50% sui contributi previdenziali per i datori di lavoro per i primi tre anni, fino a un tetto massimo di 3mila euro l’anno. Maggiori tutele anche per i lavoratori licenziati senza giusta causa, con un incremento dell'indennizzo fino a 27 mensilità.

... E QUELLO DELLE IMPRESE - Confermato anche l'obiettivo del contrasto alla delocalizzazione delle imprese, con l'obbligo per chi investa nel nostro Paese e usufruisca dei contributi pubblici di mantenere la propria produzione entro i nostri confini, o almeno in quelli europei, per cinque anni dall'erogazione degli aiuti economici.

Gli imprenditori dovranno rispettare i nuovi limiti previsti per i contratti a tempo determinato, che non potranno superare la quota del 30% di quelli indeterminati presenti nella stessa azienda, e non potranno usufruire del cosiddetto Stop & Go, ovvero il meccanismo dell'interruzione obbligatoria tra un contratto a termine e l'altro. Ci sarà tempo fino a ottobre per adeguarsi alla nuove misure e non saranno applicate ai contratti a termine già in essere.

GIOCO D'AZZARDO, BADANTI E MONDO DELLA SCUOLA - Rientrato anche l'aumento contributivo dello 0,5% per i rinnovi contrattuali di colf e badanti, che nelle scorse settimane aveva tenuto acceso il dibattito, mentre è ribadita la battaglia contro la dipendenza dal gioco d'azzardo, con il divieto di pubblicità per giochi e scommesse imposto alle società del settore, fatta eccezione per le lotterie a estrazione come la Lotteria Italia.

Anche il mondo della scuola sarà toccato dalla legge, con l'impegno a indire un nuovo concorso straordinario per gli insegnanti delle scuole primarie diplomati prima del biennio 2001-2002, la proroga dei contratti fino al 30 giugno 2019 e l'immissione in ruolo nei posti vacanti attingendo alle graduatorie per il 50% e a concorsi per la restante metà.

TROPPA FRETTA DI APPROVARE - Tra le voci critiche qualcuno fa notare che l'approvazione del Decreto ha subito una forzatura, arrivando a Palazzo Madama a ridosso della pausa estiva, con tanto di sospensione dell'analisi degli emendamenti, oltre 7mila, perché - come hanno commentato esponenti delle forze di Governo - già presentati e analizzati alla Camera.

Una fretta inusuale, soprattutto per chi come i 5 Stelle ha difeso strenuamente il meccanismo del bicameralismo con i tempi di analisi necessari e che oggi liquida le critiche lamentando l'eccessivo ostruzionismo delle opposizioni.

(Unioneonline/b.m.)
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