Ad appena pochi giorni dalla ufficializzazione di Mario Puddu nella corsa, per il M5S, a governatore per le Regionali del 2019 in Sardegna, nelle fila del Movimento serpeggia già il malumore.

Ed è di queste ore la pubblicazione online di una petizione, firmata dagli attivisti pentastellati, in cui si chiede di revocarne la nomina "secondo le regole dello statuto" e perché Puddu "ad ottobre potrebbe essere condannato".

"Chiediamo al nostro Capo Politico Luigi Di Maio – si legge nella petizione, che raccoglie al momento quasi un centinaio di adesioni – di fermare questa azione politica al fine di tutelare lo statuto del Movimento affinché nessuno si senta autorizzato ad infrangere le regole". E ancora: "in caso contrario siamo fiduciosi verso il nostro garante Beppe Grillo".

Gli attivisti confidano infine che Puddu decida spontaneamente di "retrocedere per il bene e la credibilità del M5S".

Alcuni esponenti pentastellati, però, ritengono che la petizione sia una sorta di "fake".

Ne è convinta, ad esempio, la deputata Emanuela Corda.

"È da 10 anni che faccio attivismo in Sardegna per il Movimento 5 Stelle e non conosco uno solo dei promotori", ha dichiarato.

Puddu, ex sindaco di Assemini e principale favorito nella corsa alla candidatura alle elezioni regionali, è stato scelto da 981 votanti del Movimento su 1.804 (il 54,3%).

Dopo di lui Luca Piras con 464 preferenze (il 25,7%), Marina Rita Monagheddu con 285 (15,7%) e Anna Sulis con 74 (4,1%).

Quanto oggi contestato dagli attivisti del Movimento è relativo al procedimento in corso su Puddu, accusato di abuso d'ufficio a seguito di un esposto presentato da tre consigliere dissidenti del suo movimento. Secondo i tre, Puddu avrebbe ideato la nuova pianta organizzativa del Comune di Assemini penalizzando una dipendente (costituitasi parte civile) a vantaggio di altre due.

Per i fatti in questione Puddu ha fatto richiesta di essere processato con il rito abbreviato secco, senza condizioni.

(Unioneonline/v.l.)

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