"La Tav è nel contratto di governo e c'è scritto che va ridiscussa. Il ministro Toninelli a breve incontrerà il suo omologo francese proprio per ripensare un progetto ideato 30 anni fa, e non ci sono penali in caso di revisione. Sul Tap, invece, bisogna ascoltare le comunità".

Così Luigi Di Maio in un'intervista al Corriere della Sera. Il leader pentastellato mette i puntini sulle i, chiama in causa il contratto di governo e mette in chiaro che la linea ad alta velocità Torino - Lione va ridiscussa. Nonostante Matteo Salvini appena due giorni fa abbia dichiarato che bisogna "andare avanti".

Tanti i temi toccati dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Ineludibile quello del referendum sull'euro, rilanciato proprio ieri dal padre nobile M5S, Beppe Grillo. "È una nostra sensibilità, ma non è sul contratto. Questo governo non porterà avanti nessun referendum sull'euro", chiarisce Luigi Di Maio.

Poi i temi caldi, quelli cari agli elettorati dei due partiti della maggioranza e di cui molto poco si parla da quando i giallo-verdi sono al potere. Perché sono quei provvedimenti per cui servono soldi, molti soldi, e il ministro dell'Economia non appare per niente disposto a mettere in pericolo i conti pubblici e a sforare i vincoli di bilancio: "Ancora li dobbiamo conoscere i vincoli di bilancio, ma deve essere chiaro che reddito di cittadinanza e flat tax insieme all'abolizione della legge Fornero sono emergenze sociali. Si devono realizzare il prima possibile, anzi subito", afferma il capo politico M5S, ben sapendo che sul reddito di cittadinanza soprattutto, lui si gioca il futuro politico.

"Incomprensioni col ministro Tria non ne vedo, c'è un contratto di governo ed è quello che dobbiamo seguire", aggiunge.

Infine il vicepremier tocca i due temi del momento, il decreto dignità e le nomine Rai.

"Sul dl dignità non credo metteremo la fiducia, a meno che non spuntino 2mila emendamenti voluti dalle lobby del gioco d'azzardo. Imprese preoccupate? Sono solo spaventate da una campagna di fake news, aspettino il testo finale prima di giudicare. Stiamo inserendo incentivi per assumere a tempo indeterminato gli over 35".

Sulla Rai invece: "Abbiamo scelto in base alle compertenze, diciamo no ai raccomandati e largo alla meritocrazia, negli ultimi 15 giorni non ho mai incontrato Salini o Foa". Quanto al tweet su Mattarella del designato presidente della Rai, Di Maio lo giustifica. E in fondo lui aveva fatto di peggio, parlando di impeachment dopo la bocciatura della nomina di Savona salvo poi fare l'ennesima giravolta in 3 mesi di trattative e far nascere il governo Conte: "In quel determinato contesto ci sono stati atti nati sulla spinta di un'onda emotiva. Anche io ero molto arrabbiato, poi ho cambiato idea ed è nato il governo Conte".

(Unioneonline/L)

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