Il Consiglio dei Ministri ha dato oggi l'ok al cosiddetto Decreto Milleproroghe.

Provvedimento che comprende, tra l'altro, il "nodo" del Mater Olbia, l'ospedale finanziato dalla Qatar Foundation in Sardegna.

Per salvaguardare la partecipazione di investimenti stranieri alla realizzazione di strutture sanitarie in Sardegna, nel decreto l'esecutivo ha previsto un'estensione al periodo 2018-2020 delle deroghe in materia di riduzione della spesa per prestazioni sanitarie.

Quanto ai temi di interesse nazionali, nel decreto vengono anche prorogati i termini di entrata in vigore della nuova disciplina sulle intercettazioni varata sotto il precedente governo e quelli della riforma del del credito cooperativo.

LE INTERCETTAZIONI - Il primo provvedimento, in paricolare, ha scatenato anche aspre polemiche politiche.

La riforma Orlando prevedeva un giro di vite sulle intercettazioni, in particolare il "divieto di trascrizione, anche sommaria, delle comunicazioni o conversazioni ritenute irrilevanti" l'introduzione del reato di "diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni fraudolente".

L'obiettivo del governo Conte è quello di rimettere mano al provvedimento, alla "ricerca di un punto di equilibrio che tenga più proficuamente conto di tutti gli interessi in gioco".

STOCCATA AL PD - "Oggi abbiamo tolto le mani della vecchia politica dalle intercettazioni, che rappresentano uno strumento di indagine fondamentale per fenomeni come la corruzione che hanno dilaniato questo Paese", il commento del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. "Allo stesso tempo - ha aggiunto il Guardasigilli - impediamo che venga messo il bavaglio sulla informazione e sulla possibilità degli organi informazione di far conoscere a cittadini fatti rilevanti".

Bonafede ha anche lanciato una stoccata al Pd: "La norma che abbiamo impedito entrasse in vigore - ha sottolineato - era stata scritta evidentemente con l'intento di impedire ai cittadini di ascoltare le parole dei politici indagati o che i politici pronunciano" quando sono "al telefono con persone indagate".

ORLANDO FURIOSO - Parole che hanno scatenato la reazione dell'ex ministro della Giustizia Andrea Orlando. Che ha replicato: "Noi siamo disposti al confronto anche sulle nostre riforme. Ma siamo contrari ad argomenti di carattere offensivo, direi inutilmente offensivo, usati dal ministro. In merito alle accuse di Bonafede, al ministro dico o di portare le prove, visto che ha accesso agli atti, o lo invito a tacere".

PLAUSO DA ANM E FNSI - Esultano invece l'Associazione Nazionale Magistrati ("Il nostro grido d'allarme è andato a buon fine e dunque la riforma delle intercettazioni è stata bloccata") e la Federazione Nazionale Stampa Italiana, secondo cui: "La proroga dell'entrata in vigore del decreto intercettazioni è una buona notizia".

(Unioneonline/l.f.)
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