Uscire dall'euro "si può". Questo il senso delle parole dette oggi dal ministro cagliaritano Paolo Savona in audizione alle commissioni di Camera e Senato che si occupano di politiche Ue.

"È necessario essere pronti ad ogni avento, anche l'uscita dall'euro, e lo insegna una delle case che ho frequentato, la Banca d'Italia", ha affermato il ministro per gli Affari europei. E ancora: "Bisogna essere pronti non ad affrontare solo la normalità, ma il famoso cigno nero, perché quando ti trovi di fronte a uno choc straordinario devi essere pronto. E siamo tutti d'accordo, economisti tedeschi compresi, che nel 2008 l'Europa non era preparata ad una crisi così travolgente come quella degli ultimi anni".

La frase è arrivata al termine di un lungo e articolato discorso nel corso del quale l'economista cagliaritano ha spiegato che all'Italia servono politiche di crescita "più aggressive". "Noi abbiamo bisogno di crescere del 4%, non dell'1%, se vogliamo riattivare la crescita e i posti di lavoro".

Paolo Savona ha poi spiegato il motivo dell'impennata dello spread che si è verificata dalla nascita dell'esecutivo guidato da Giuseppe Conte: "Quando abbiamo detto che l'Italia non vuole uscire dall'euro e intende rispettare gli impegni fiscali, queste affermazioni hanno rassicurato i mercati, ma lo spread resta elevato per via del debito pubblico ma soprattutto per come il governo intende realizzare il suo programma: soprattutto flat tax, reddito di cittadinanza e Fornero".

Il ministro ha poi affermato che incontrerà il presidente della Bce Mario Draghi: "Non so quando, se mi riceve nei prossimi giorni", ha dichiarato. E poi: "Se alla Bce non viene consentito pieno e autonomo esercizio di prestatore di ultima istanza, i mercati monetari e finanziari dell'eurozona, in particolare i debiti sovrani, restano esposti ad attacchi speculativi di diversa origine senza che la Bce possa agire in contrasto".

(Unioneonline/L)
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