"Dell'Italia mi manca molto Luigi... Lo considero uno dei migliori amici". Una dichiarazione d'amore in piena regola, una frase da libro Cuore quella dedicata da Alessandro Di Battista al capo politico pentastellato e vicepremier Luigi Di Maio.

L'ex deputato, in un'intervista al settimanale Oggi, parla per la prima volta del suo viaggio in America, e non lesina dichiarazioni sull'attuale situazione politica.

"Cosa mi manca dell'Italia? Gli amici storici che, dopo la mia elezione in Parlamento, hanno continuato a trattarmi come prima. I colleghi parlamentari dei Cinque Stelle che stanno facendo un lavoro bellissimo", afferma Dibba.

Ma quel che gli manca di più è lui, "Luigi". "Uno dei miei migliori amici", afferma, magari anche per zittire le voci che lo vedono pronto a tornare a Roma per prendere il comando dei 5 Stelle in caso di fallimento dell'esecutivo giallo-verde.

"Non si cura" delle ironie che vengono fatte sulla sua assenza in questo periodo politicamente molto importante per la crescita del Movimento: "Il bello della Rete è che ognuno può dire quel che pensa. Già nel 2014 avevo detto che non mi sarei ricandidato e che sarei tornato a fare il mio lavoro. Non ho mai detto che avrei smesso di esprimere le mie opinioni sui social. Dopo anni in prima linea ho maturato un po' di pelo sullo stomaco: quando si fa un mestiere pubblico si mettono in conto le critiche".

Immancabile un passaggio sulla questione migranti, che da un mese sta praticamente monopolizzando il governo.

E Di Battista attacca quelli che definisce radical chic: "La sinistra ha un atteggiamento profondamente borghese, fingono di non sapere che l'immigrazione e l'accoglienza possono essere un problema reale per i cittadini, e chi vive nei quartieri alti delle grandi città non se ne accorge. Bisogna studiare bene le cause che portano migliaia di uomini, donne e bambini a lasciare i loro Paesi, le loro case, i loro affetti per cercare riscatto in Europa".

Tuttavia non userebbe i toni e i termini - come pacchia e crociera - usati da Matteo Salvini: "Non appartengono al mio vocabolario".

Poi, ancora, l'elogio di Di Maio: "Il sistema mediatico si concentra quasi esclusivamente sull'immigrazione, per far credere ai cittadini che M5S non si occupi di altro: e invece Luigi da ministro sta facendo atti importanti e inediti. Per questo, per un certo tipo di establishment, M5S è un nemico più forte della Lega".

(Unioneonline/L)
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