Sono otto le ore di lavoro, gratis, che chi riceverà un reddito di cittadinanza dovrà garantire al suo Comune.

Luigi Di Maio lo ribadisce in un intervento alla platea della Uil, tendendo la mano - ora che è ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro - al mondo sindacale, dopo non avergli risparmiato critiche in passato.

"Voglio che questa giornata sia l'inizio di un percorso con chi vuole lavorare per risolvere i problemi", dice ai delegati presenti in sala. La volontà è quella di "fare squadra" per "trovare soluzioni soddisfacenti" tanto per i lavoratori quanto per i datori di lavoro.

"Sul reddito di cittadinanza non arretro - argomenta -. L'obiettivo però non è dare soldi a qualcuno per starsene seduto sul divano ma riqualificare chi ha perso il lavoro per inserirlo in altri settori".

Un discorso nel quale si inserisce una sorta di "patto" con lo Stato.

"Mentre ti formi io investo su di te dandoti un reddito - spiega ancora il vicepremier - e tu, in cambio, dai al tuo sindaco otto ore di lavoro di pubblica utilità gratuito alla settimana".

Sulla questione coperture, però, il ministro dell'Economia Giovanni Tria frena gli entusiasmi. Per il 2018 "ormai i giochi sono quasi fatti e quindi non ci muoveremo con interventi di riforma strutturale - ammette Tria -. Nelle mie discussioni con il ministro Di Maio non si è mai entrato in questo dettaglio e non mi è mai stata espressa questa idea quindi non posso esprimermi né a favore né contro".

(Unioneonline/D)

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