Anche oggi, che pareva una giornata tranquilla, in cui i due leader del governo avevano rilanciato temi economici cari ai rispettivi elettorati, Matteo Salvini si riprende la scena e va avanti nella sua polemica con Ong e migranti.

Lo fa dal salotto preferito di entrambi i vicepremier, quello di Bruno Vespa: "Ci sono alcune procure che indagano sulle Ong che scorazzano per il Mediterraneo in cerca di migranti, sono come avvoltoi che stanno al largo delle coste libiche in attesa dei barconi sgonfi su cui i trafficanti caricano le persone".

Il ministro dell'Interno, dopo aver annunciato che andrà in Libia la prossima settimana per vedere da vicino la situazione, non risparmia attacchi all'Europa, in vista del vertice a 10 Paesi sull'immigrazione che si terrà domenica prossima a Bruxelles: "Macron è un chiacchierone, e pure Sanchez: parlano di bontà e generosità? Lo dimostrino con i fatti".

Si attende un confronto vero, anche aspro, Salvini, dal prossimo vertice. Almeno è quello che auspica: "Se dobbiamo andare a Bruxelles per avere il compitino già scritto da Francia e Germania, se pensano di mandarci altri migranti, allora non ci andiamo nemmeno, risparmiamo i soldi del viaggio".

"Spero che Conte - prosegue il leader del Carroccio - vada a far valere le nostre ragioni".

Poi passa alla minaccia, velata, di non versare più i contributi alle Ue: "L'Italia non è più scontata, il suo popolo non è più in vendita: siamo il secondo Paese per contributi all'Europa e secondi per migranti accolti. Ci devono ascoltare, non è possibile che dettino legge francesi e tedeschi".

Il vicepremier rilancia anche sul censimento ai rom ("Non chiamiamolo censimento, chiamiamolo in altro modo, ma facciamolo"), ribadisce l'unità del centrodestra e si scaglia contro "l'internazionale dei rosiconi" che arriva "ogni volta che faccio qualcosa".

Il vicepremier nel salotto di Vespa
Il vicepremier nel salotto di Vespa
Il vicepremier nel salotto di Vespa

L'irritazione del ministro dell'Interno è dovuta alla bozza che sta circolando in queste ore, secondo cui l'Europa vorrebbe lavorare a una "riduzione degli arrivi" e contemporaneamente una riduzione dei "movimenti secondari" di migranti all'interno degli Stati Ue. Non si fa cenno invece ai movimenti "primari", per cui resterebbe sempre l'Italia il primo Paese di sbarco dei migranti.

Soluzione che non piace neanche al premier Giuseppe Conte, il quale ne ha parlato oggi pomeriggio con il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk in visita a Roma: "Non siamo disponibili a discutere dei secondary movement senza affrontare prima l'emergenza dei primary movement".

(Unioneonline/L)

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