"Sui migranti non terremo una linea dura, ma di buon senso".

Così Matteo Salvini a Catania, dove il leader della Lega ha tenuto uno dei suoi primi discorsi da ministro dell'Interno.

"Basta alla Sicilia campo profughi d'Europa. Non assisterò senza far nulla a sbarchi su sbarchi su sbarchi. Servono centri per espellere".

"Io - ha detto il vicepremier, acclamato ma anche contestato da esponenti dei movimenti di sinistra e dei centri sociali - sono a disposizione e non mi sento migliore di nessuno. Ho la fortuna, l'onore e l'onere di ricoprire un ruolo che mi permette di decidere qualcosa di utile per il Paese. Io dico che lo Stato sono sessanta milioni di italiani".

E l'Italia "nel nome della tranquillità, della serenità, della convivenza civile, deve accogliere chi scappa davvero dalla guerra, ma sono meno del 10% di quelli che fanno domanda".

Infine, sulle espulsioni, "limitare sbarchi e aumentare le espulsioni significa salvare vite. Voglio chiudere il business della malavita sulla gestione migranti. Lavorerò perché meno gente parta e meno gente deve essere salvata".

Ieri a Vicenza, dove si trovava per appoggiare il candidato sindaco Francesco Ruocco, i toni sono stati decisamente più duri: "Per i clandestini è finita la pacchia - aveva detto -. Devono fare le valigie, con calma, ma se ne devono andare". E ancora, sulle Ong: "Stiamo lavorando e ho le mie idee: quello che è certo è che gli Stati devono tornare a fare gli Stati e nessun vice scafista deve attraccare nei porti italiani".

Martedì, primo appuntamento per Salvini da numero uno del Viminale in Europa: sarà al vertice degli omologhi dell'Ue.

(Unioneonline/D)

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